Il nuovo film di Paolo Sorrentino, un grosso budget e con la stella Sean Penn a fare da mattatore. Era giustamente il più atteso della stagione 2011/2012, e ha ripagato l'impegno produttivo con una partenza a razzo al box office.This Must Be The Place è un film sulla ricerca.Cheyenne, una rockstar consumata (S.Penn) sulle strade d'America alla ricerca di un vecchio criminale nazista che fu aguzzino del padre in un campo di concentramento. Un viaggio in cui Cheyenne va inconsapevolmente alla ricerca di se stesso e della sua vera identità. Infine This Must Be The Place è la ricerca smodata di una consacrazione internazionale.
Paolo Sorrentino aspira al capolavoro e ce lo comunica con fin troppa evidenza.E' questo il grande limite di TMBTP, Sorrentino è bravo e ce lo ricorda ogni cinque minuti con un dolly o una carrellata di una magnificenza visiva disarmante; ma questo virtuosismo estetico impoverisce la visione e rendendola vuota e distaccata. Sean Penn regge sulle spalle l'intero film, s'impegna e colpisce quando può. Purtroppo anche lui finisce nel vortice dell'esagerazione con il ripetersi di faccette e risatine fastidiose, condite da una galleria di personaggi strampalati che entrano ed escono di scena in maniera imbarazzante alla velocità della luce.(Vogliamo parlare dell'indiano?)
Una delusione, un esercizio di stile che riempie quasi due ore di una trama esile e poco coinvolgente che mostra ma non racconta. Un manierismo cinematografico che affonda un film sulla carta vincente, insieme a tutte le velleità artistiche di uno dei migliori registi italiani su piazza.Provaci ancora Paolo!
PS:
Al trentesimo dolly volevo urlare: FERMALA CAZZO!
Ammetto di aver rimpianto fortemente lo stile classico di Hollywood.