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Thomas Hardy “Dopo la visita”

Da Lielarousse

Roma 9 gennaio 2014

Thomas Hardy

Vieni di nuovo là
dove la tua presenza era come una foglia che sfiora
per la strada arida ed erta che fa appassire
il fiore sul volto del viandante.

Vieni di nuovo con i piedi lievi
sull’erba come lanugine di cardo,
e con le mute gentilezze per uno e per tutti,
così ineffabilmente dolci.
Prima che tu arrivassi
passa inosservato il profumo delicato delle aiuole;
né io vedevo il fascino del variare del giorno,
e i colori mutevoli delle nubi.

Lungo i corridoi bui
camminavi così silenziosa che io non distinguevo
il tuo aspetto da quello di un vecchio fantasma
che, dicono, si aggirasse in queste stanze,
finché non emergesti dall’ombra
con i tuoi occhi larghi, luminosi e vivi,
che mi guardavano in modo inquisitorio,
come quelli di un’anima che riflette,

senza rendersene del tutto conto,
sull’eterno problema di che cosa sia la Vita,
del perché noi siamo qui, e per quale strana legge
ciò che conta di più non può essere.

Romanziere e poeta, Thomas Hardy fu testimone partecipe dell’evolversi di due o tre  generazioni cruciali per la formazione dell’Inghilterra moderna e vi apportò un inconfondibile contributo personale.
A Londra si dedicò alla letteratura e diede alle stampe senza firmarli i romanzi Rimedi disperati e Sotto l’albero del verde bosco.
Via dalla pazza folla 
è considerato il suo capolavoro.
Negli ultimi trent’anni della sua vita Hardy abbandonò il romanzo e si dedicò alla poesia, intense per le immagini e i sentimenti evocati sono le liriche d’amore dedicate alla moglie, ne è un esempio “Dopo la visita” sopra trascritta.

A domani
Lié Larousse



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