10 aprile 2013 Lascia un commento
Thor non fa eccezione anzi, essendo egli stesso fondato su elementi esterni ai comics, vedi antiche leggende nordiche sulle divinita’ asgardiane, il passaggio sul grande schermo stravolge non un solo soggetto ma due.
Malgrado cio’ ho prestato volentieri attenzione a questa ennesima conversione per via di Kenneth Branagh, attore e regista che stimo e rispetto.
Ho un debole per la scuola shakespeariana, scuola che a ben vedere ci ha restituito tra i migliori interpreti di sempre e il merito di Branagh a mio avvisto sta proprio nell’aver saputo portare il rigore formale della recitazione dietro la macchina da presa. Viene da se’ che il pathos indotto dal grande Bardo, aiuti enormemente piu’ un europeo che uno yankee nella realizzazione di una storia, seppur di seconda mano, su antichi dei vichinghi.
Thor, il dio nordico del tuono e Asgard, la dimora degli dei dominata da Odino, padre di Thor e di tutte quante le divinita’. Ad un passo dall’incoronazione del giovane principe a successore del padre, si risvegliano antichi dissapori con la razza nemica dei giganti di ghiaccio e nel trambusto Thor fara’ infuriare il padre al punto da costringerlo all’esilio punitivo su Midgard, la Terra, mentre Loki, il fratello malvagio, salira’ sul trono.
La riconquista di quanto perduto avverra’ grazie agli antichi amici di Asgard e a quelli nuovi terrestri.
Visivamente imponente, Branagh non delude con l’immagine e con la tecnica necessaria ad esprimerla, bravo senza ombra di dubbio. La trama zoppica, scorre bene ma non bisogna starci li’ a perdere troppo tempo e va bene cosi’.
Mi e’ piaciuta meno l’odiosa insistenza sul porre la mitologia nordica su un piano scientifico, noioso cinema servo dei soliti padroni. Ottimo il casting, iniziando col credibilissimo Hemsworth/Thor, proseguendo col nobile ed autorevole Hopkins/Odino, sino a Hiddleston/Loki, la vera sorpresa almeno per me, della pellicola.
Molto molto bravo, da tenere assolutamente d’occhio.
All’opposto Natalie Portman continua non soltanto a non piacermi ma a starmi cordialmente sulle scatole e il personaggio secondario di Kat Dennings si fa odiare da protagonista.
Infine la solita considerazione, poco a che fare con cinquant’anni di storia del fumetto ma tutto sommato un pacchetto ben confezionato che si fa volere bene.