Thor: The Dark World
Creato il 23 novembre 2013 da Veripaccheri
Thor: The Dark World
di Alan Taylor
con Chris Hemsworth, Tom Hiddleston, Natalie Portman
genere, fantastico
Usa, 2013
durata, 120'
A forza di frequentare gli studios hollywoodiani gli eroi della Marvel
si sono imborghesiti. Da quando ha smesso di delegare ad altri
l'allestimento dei suoi comics preferendo fabbricarsi in
proprio l'universo che l'ha resa famosa, la casa delle idee ha dato il
via ad un effetto kryptonite che annichilisce e toglie carisma alle sue
rappresentazioni. Ingolosita da un affare di proporzioni colossali la
corazzata di Stan Lee ha dimostrato lungimiranza dal punto di vista
imprenditoriale, sfruttando al massimo le possibilità offerte dalla
tecnologia in materia di effetti speciali e di computer grafica, ma al
contrario si e' indebolita per quanto riguarda la creatività, il punto
di forza della sua clamorosa affermazione. "Thor: The Dark World" nella
trasposizione della saga del principe asgardiano appare addirittura
paradigmatico rispetto alla questione. Confortato dal trionfo
commerciale del primo episodio, il regista Alan Taylor o chi per lui
confezionano una storia che nella volontà di sfruttare il successo di un
villan come quello di Loki - e di Tom Hiddleston diventato famoso per
averlo interpretato - consacrato da qusi ripiega su se stessa,
immaginando un alleanza tra bene e male necessaria a scongiurare la
minaccia di Malekith, metà uomo e metà diavolo, intenzionato a
conquistare l'universo incominciando dall'annessione del regno di Odino.
Sorvolando sulla risibilità dei motivi che danno vita al sodalizio (
perché alla fine Thor si sobbarcherà da solo la fatica dell'impresa)
"The Dark World" si trasforma nell'appendice di un fantasy qualunque per
organizzare una versione in tono minore del Signore degli anelli. Ma
siccome la mdp di Taylor non è quella di Peter Jackson mentre
gli sceneggiatori Christopher Yost e Stephen McFeely non sono Tolkien,
la scontro tra Titani diventa un surrogato poco fantasioso di situazioni
già viste, appena variate dal glamour di Jane Foster (peraltro
totalmente stravolta rispetto al ritratto della versione a fumetti del
grande Jack Kirby), impegnata a complicarsi la vita innamorandosi del
Dio del tuono, e per questo omaggiata da una sottotrama che inventandosi
un cortocircuito spazio temporale le regala la possibilità di rientrare
in partita.
Attraversato in lungo ed in largo dall'esibizione del culturista Chris
Hemsworth " The Dark World" non riesce ad andare oltre un
intrattenimento privo di meraviglia, venendo meno sia all'andamento da
soap opera che a partire dalla fine dei settanta - grazie al John Romita
del primo Spiderman, un autore che ha insegnato molto ai grandi del
fumetto contemporaneo - aveva dotato i super eroi di un cotè
esistenziale degno di Pleyton Place, sia alla dimensione psicoanalitica e
nevrotica innestata nelle decadi successive dal lavoro di revisione
operato sul genere da artisti come Alan Moore, Alan Miller e Bill
Sienkevich solo per citarne alcuni. Disponendo di una letteratura
sterminata la Marvel si limita ad un pout pourri che prende a destra a
manca con un rigore che si preoccupa soprattutto di mantenere inalterata
la continuity con gli altri personaggi dei suoi film. Così
nell'impossibilita' di un inversione di tendenza per il momento
congelata da un ritorno economico che per la Marvel non è' stato mai
così favorevole aspettiamo il prossimo lavoro di Brian Singer (X Men:
Days of Future Past) per capire se esiste una terza via, oppure ci
dobbiamo rassegnare allo standard delle ultime produzioni targati
Marvel.
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