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Thor: the dark world

Creato il 02 dicembre 2013 da Alessandrodiele

Thor - the dark world

Thor – the dark world, diretto da Alan Taylor, seconda pellicola targata Marvel Studios dedicata al Dio del Tuono più biondo di sempre, è uscito ormai da un pezzetto. Solo un paio di settimane fa, avevo approfittato della cosa per una puntata di #Threevia dedicata a lui. Ieri finalmente sono riuscito a vedermi il film. Com’è? Io, sempre nei limiti del genere, l’ho trovato ottimo.

(Cioè, intendiamoci, arrivati a questo punto, dopo sei o sette anni di film Marvel, i limiti del genere dovrebbero iniziare a starci un po’ stretti e sarebbe ora di impegnarsi a fare dei film belli e basta, ma uno a un certo punto si rassegna e si accontenta.)

La trama - Dopo gli eventi di Thor e di The Avengers, nei nove mondi c’è un gran subbuglio: il bifrost è stato distrutto e le rivolte sono all’ordine del giorno; spetta a Thor, in veste di futuro re di Asgard, il compito di riportare la pace. Nel frattempo, si sta avvicinando una congiuntura astrale particolare, che vede l’allineamento dei nove mondi. In tali condizioni, gli elfi oscuri capeggiati da Malekith possono finalmente attuare un piano escogitato milleni prima, distruggendo l’intero universo grazie a una leggendaria arma chiamata Aether – che in realtà si rivelerà essere no-non-ve-lo-dico-guardatevi-la-scena-dopo-i-titoli-di-coda. Thor dovrà intervenire per salvare la vita, l’universo e tutto quanto, arrivando persino ad allearsi con il suo fratellastro malvagio Loki, dio dell’inganno.

Loki in Thor: the dark world

«Sta diventando davvero troppo semplice…»

Il risultato è un film equilibrato, onesto e divertente, che affianca dialoghi tesi e momenti di buon pathos a siparietti leggeri e momenti comici. Il tutto si amalgama in modo convincente grazie a un plot abbastanza solido e interpretazioni di alto livello. Insomma, la formula Marvel Studios al suo meglio.

Qualche difetto, chiaramente c’è. Malekith, per esempio, è un personaggio piuttosto bidimensionale e ha le motivazioni di un cattivo da operetta; ed è un vero peccato, visto che a interpretarlo c’è un attore del calibro di Christopher Eccleston, che partendo da una scrittura migliore sarebbe riuscito a infondergli tutt’altro spessore. Anche Jane Foster (Natalie Portman) non fa una bellissima figura, ma già nel film di Branagh era abbastanza decorativa. Inoltre, alcuni dettagli e svolte narrative rimangono un po’ fumosi e lasciati a se stessi, uno su tutti la spiegazione, che attendevamo già in Avengers, di come sia possibile che Thor riesca di nuovo a utilizzare il bifrost per raggiungere la Terra, quando in teoria ogni collegamento doveva essere stato spezzato per sempre alla fine del primo film.

Leo Ortolani about Thor: the dark world

Leo Ortolani se lo spiega così

Ciononostante, trovo che tra i film Marvel Studios, questo Thor: the dark world sia uno dei più riusciti, se non il più riuscito in assoluto. Sicuramente supera sotto svariati punti di vista il suo predecessore, conservandone i principali punti di forza (il forte impatto visivo delle scenografie, l’approccio shakespeariano nei rapporti tra i personaggi, la sempre magistrale interpretazione di Tom Hiddleston/Loki) ma inserendoli in un contesto più omogeneo e coerente. La regia vera e propria, questo va detto, in The dark world forse è un pochino più “sporca” e banale, ma riesce a essere al servizio della sceneggiatura riducendo al minimo i momenti di stacco tra un registro narrativo e l’altro.


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