Thor: The Dark World, l’atteso sequel fra abbandoni e forfait

Creato il 20 novembre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

20 novembre 2013

Un sequel mai messo in discussione nonostante un cammino produttivo scandito da abbandoni, forfait, sostituzioni e riscritture. Il secondo capitolo del franchise sulle avventure di Thor, quel Dio del Tuono partorito dalla mente di Stan Lee e apparso per la prima volta nel 1962 sulla rivista ‘Journey into Mystery’, era nei piani della Marvel Studios sin dal suo debutto sullo schermo nel 2011 grazie alla mano di Kenneth Branagh. Appena poche settimane prima dell’uscita di “Thor”, il presidente della major Kevin Feige, non esitava ad annunciare che dopo “The Avengers” (il cinecomic arrivato in sala lo scorso anno e in cui il Dio del Tuono ricompare insieme agli altri vendicatori), Thor avrebbe intrapreso “una nuova avventura”. Si deve partire da quelle parole per arrivare a “Thor: The dark World” che, a due anni dal successo planetario di quel primo episodio (quasi più di 449 milioni di dollari), è oggi finalmente pronto a irrompere sugli schermi italiani dal prossimo 20 novembre distribuito da Walt Disney.

Riconfermato lo zoccolo duro del cast che ha fatto la fortuna di “Thor”: dall’australiano Chris Hemsworth nei panni del corpulento Dio del Tuono, a Natalie Portman in quelli dell’amata Jane Foster, da Anthony Hopkins che riprende le sembianze di Odino a Tom Hiddleston nel ruolo di Loki, fratello adottivo di Thor e sua nemesi. Ma tornano anche Idris Elba (Heimdall, il guardiano del regno di Asgard) e Stellan Skarsgård (Dr. Erik Selvig), accanto ad una delle new entry più importanti di questo secondo episodio: Christopher Eccleston, che presta il volto al malvagio Malekith.

Sarà proprio lui, spietato capo degli Elfi Oscuri, la nuova minaccia contro cui Thor dovrà combattere per salvare la terra e i Nove Regni; una forza oscura, un nemico che nemmeno Odino e Asgard riusciranno a neutralizzare. Al punto da costringere Thor ad allearsi con Loki, per intraprendere il viaggio più pericoloso ed introspettivo della sua vita, che lo ricongiungerà a Jane e lo obbligherà a sacrificare tutto per salvare l’universo intero. Interpreti a parte le vicende produttive di “Thor: The Dark World” non sono state per nulla semplici. Dopo l’abbandono di Branagh, che preferì tirarsi fuori da un sequel di “Thor”, nel dicembre del 2011 anche Patty Jenkins, la regista su cui la Marvel aveva deciso di puntare, decise di lasciare il progetto.

L’autrice di “Monster”, che nel 2004 era valso un Oscar a Charlize Theron, uscì di scena per “divergenze creative”, riportarono in seguito le cronache. Il testimone qualche settimana dopo passava all’uomo che, non senza difficoltà, avrebbe portato a termine le avventure di “Thor: The Dark World”: Alan Taylor, regista di alcuni episodi de “Il trono di spade”. Un cambio ai vertici che non rimase senza conseguenze: ad affiancarlo la produzione chiamò Robert Rodat, lo sceneggiatore di “Salvate il soldato Ryan” al quale spettò il compito di riscrivere la prima versione della sceneggiatura firmata da Don Payne.

Uno script passato anche nelle mani di Joss Whedon, se è vero che il regista di “The Avengers” si sarebbe precipitato sul set per dare una mano con una scena che non funzionava: “Joss è venuto da noi e ci ha salvato un paio di volte. – ha raccontato Taylor – Avevamo quest’importantissima scena da girare a Londra, ma non funzionava affatto. Così Joss è arrivato e l’ha riscritta, ma prima che potesse andare via gli ho chiesto di dare uno sguardo anche al resto: ha riscritto altre due scene, ed è stato allora che ho pensato che avevamo dei seri problemi. Quando poi abbiamo girato nuovamente le scene che Joss aveva riscritto, ci siamo resi conto che erano perfette. Erano molto più divertenti ed entusiasmanti di quello che avevamo realizzato noi”.

di Elisabetta Bartucca per Oggialcinema.net


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