Three words to describe last week

Da Simonaruffini

Se dovessi scegliere delle parole per descrivere quest’ultima settimana, queste sarebbero:
- multiculturalità
- panic! in my mind
- sorpresa!
Ma vediamole nel dettaglio…(scusate la deformazione professionale, ma sto leggendo talmente tanti articoli che utilizzano questa espressione, che ormai è diventata come una specie di mantra). 
Multiculturalità
Sabato scorso ho fatto un viaggio in America Latina. Non un viaggio a livello fisico: niente aereo (per fortuna), bagagli o June da trascinare da un gate all’altro.
È stato un viaggio all’interno di una cultura che conoscevo già, data l’esperienza di volontariato in Nicaragua di tre anni fa, ma che ha riservato molte sorprese.
Fisicamente mi trovavo presso uno dei distaccamenti canadesi (più precisamente a Gatineau) dell’Università del Messico. Era il 2 novembre, giorno conosciuto anche in Italia come occorrenza in cui si ricordano le persone care defunte.
Se il nostro “ponte dei morti” è considerato solo come un’occasione per stare a casa dal lavoro/scuola e andare a qualche festa di Halloween, per la cultura latina, invece, è una festa molto importante che coinvolge l’intera comunità.Si celebra la morte, non come qualcosa di negativo e oscuro.Essa viene concepita solo come un naturale passaggio della vita di ogni essere vivente. È come se la persona cara scomparsa fosse partita per un lungo viaggio, e il 2 Novembre rappresenta l’unico giorno all’anno in cui gli si possono “spedire” oggetti che potrebbero essere utili nel corso della sua avventura senza fine. Ecco che vengono innalzati gli altari con le offerte.Essi divengono uno spazio ultradimensionale, dove chi è ancora in vita e chi è defunto si incontrano in pace e serenità, senza lacrime e senso di abbandono.



La Catrina


La morte prende forma. Si incarna in uno scheletro di donna vestito a festa, dai mille e più colori, per renderla più umana, e per ricordare che prima o poi tutti la incontreremo.
Ma il termine multiculturalità non si riferisce solo all’incontro con la cultura latina.
Ho infatti conosciuto un nuovo amico, Sébastien, arrivato da Parigi per fare il suo Dottorato (della durata di quattro anni) all’Université du Québec en Outaouais (UQO).
La prima volta che l’ho incontrato in Laboratorio ho pensato: si vede subito che è parigino. Vestito alla perfezione, cura di ogni dettaglio e modi raffinati.
Insomma ce lo aveva scritto in fronte: “sono un Francese DOC”.

Visto che non ha ancora amici, ho pensato di organizzare un’uscita tra europei e l’ho portato con me al Petit Chicago, dove gli ho presentato anche l’altro mio amico barista (vedi post 53 hours to say… Happy B-Day!) Mathieu.La comunicazione non è stata molto semplice. Sébastien conosce pochissimo l’inglese e quindi ho dovuto rispolverare seriamente i barlumi di conoscenza del francese che avevo sepolto da più di 5 anni.
Ed eccoci qui: io che parlo un mix di francese e inglese, lui che mi risponde in francese e ovviamente il fido google traduttore che è stato di vitale importanza quando io sapevo una parola in inglese, ma non in francese.
Panic! in my mind
Ho preso seriamente in considerazione la proposta di rimanere qui per il Dottorato.
Infatti ho già iniziato le pratiche per la domanda di ammissione al PhD in Clinical Psychology e per ottenere una borsa di studio (per cui combatterò fino alla morte).
Tutto ciò ha richiesto una grande forza di volontà e molta molta capacità di autocontrollo per evitare di sperimentare attacchi di panico ogni 3 minuti.Le mie capacità di resilienza e di coping però sono state messe davvero a dura prova dalla notizia che per accedere al PhD occorre avere una certificazione come il TOEFL o lo IELTS.
Risultato: venerdì ho scoperto di avere due settimane per prepararmi per l’esame del TOEFL che sosterrò a Montreal.Bene.
Niente panico mi raccomando.
D’altronde cosa sarà mai: in Italia la gente si prepara per mesi a questo esame. Durante la procedura elettronica di iscrizione, infatti, c’era una domanda che diceva:
“Quanto tempo hai impiegato per prepararti al TOEFL?”
Tra le risposte, il minimo che si poteva scegliere era “un mese”.Ribadisco: niente panico.
Sorpresa! Ci sono stati essenzialmente tre eventi che mi hanno sorpreso durante questa settimana.
Andiamo in ordine cronologico.
Stephane mi ha proposto di preparare un abstract di una delle mie due ricerche per poter essere selezionata per presentarla in un Poster a Chicago il prossimo Marzo. Devo dire che qui ogni giorno ti si aprono nuovi orizzonti di crescita sia personale che professionale!
Incredibile.
Seconda sorpresa: ad Ottawa esiste Vicoria’s Secret!Potete immaginare lo stato delle mie finanze in questo momento.
 
 
  

Terza sorpresa: la prima neve canadese!Il 9 novembre verrà ricordata come la data in cui ho visto la prima neve qui in Canada.


Beh una spruzzatina in confronto a quella che scenderà nei prossimi mesi.

La mia casetta in Canadà, inverno 2007


Quindi, se nei prossimi mesi, improvvisamente le comunicazioni si interromperanno vorrà dire che:- sono sommersa nelle neve e il wi-fi non funziona;- sono stata colpita a morte da una gigantesca palla di neve;
- sono sprofondata nelle neve e mi ritroveranno congelata stile mammut.
In ogni caso, sappiate che vi ho voluto bene.

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