Ti aggrappi con le unghie, sai che stai scivolando, inesorabilmente. Lo vedi con gli occhi, lo capisci dal movimento, ti senti cadere. Non puoi evitare la presa, ma ugualmente non puoi sottrarti alla rovinosa sorte. Conficchi le unghie ancora più a fondo, finché ti provocano un dolore terribile, ma non è nulla paragonato al momento in cui toccherai il fondo. Questa vita, chiusa tra due parentesi sta volgendo alla parola fine. Non è la fine, come morte del corpo, una fine della materia, ma la caduta dell'essenza che con un brivido leggero lascia una sfumatura di rosso, il colore del fuoco, un vapore ancora caldo che esce dalla tua pelle. E muore il tuo io, quello che doveva essere perpetuo, cade con te e si consuma, velocemente. Hai ancora la sensazione della tua coscienza ma è tutto un vorticare veloce che si immerge, si tuffa sempre di più nel buio. Trovi centinaia, migliaia di corpi come il tuo, abbandonato all'inesorabile fine di ciò che per tutta la vita avevi chiamato cuore. E urli e poi ridi, una risata pazza, come pazza sei ora che non sai dove ti trovi e sei nuda e scoperta. Sei completamente esposta al terrore che continua a trascinarti verso un fondo che non riesci a toccare. E ti lasci andare, il tuo corpo vola all'indietro veloce, quando sarai alla fine della caduta sarai un corpo come tanti, che attende che si spenga la luce, per sempre.
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