"Vestire gli stereotipi" foto pubblicata
per gentile concessione dell'autrice Rosa Colacoci
Ti amo due parole semplici, immediate, ma ricche di significato concentrato in poche sillabe. Ho ricevuto più volte l'invito dai lettori del blog a riflettere su questo argomento ed ho ascoltato molte donne, e qualche uomo, lamentarsi della mancanza di questa dichiarazione d'amore. Tutti noi desideriamo essere amati e desideriamo che ci venga dichiarato da chi amiamo. La mancanza di queste parole a volte ce la trasciniamo dall'infanzia: chi non ha mai udito il proprio padre o la propria madre pronunciarle avverte il vuoto, si sente deprivato di un diritto. Sì, perché essere amati dai nostri genitori è un diritto che ci deve essere garantito. Diverso è il rapporto col partner. Se va da sé che desideriamo essere amati in forma grande ed esclusiva, d'altro canto lui, o lei, non ha nessun obbligo di amarci. È libero o libera di farlo. E qui entriamo nel vivo del rapporto d'amore: è fondamentale sentirsi liberi, solo così si può avvertire se il nostro o quello dell'altro è davvero amore con la a maiuscola. Le parole Ti amo hanno ispirato poeti e musicisti donandoci uno sterminato patrimonio di parole e note, ma sono diventate col trascorrere del tempo uno stereotipo perdendo il loro significato originale. Quando pretendiamo da chi ci ama di dichiarare il suo amore con queste due paroline, stiamo pretendendo qualcosa che sa di obbligo più che di libertà di espressione. Quindi se da un lato è naturale desiderare la fatidica frase, dall'altro è bene valutare, analizzare, scrutare chi ci vive accanto per cogliere dai suoi gesti, dalle sue espressioni, dal suo comportamento l'amore che prova per noi. Così quando ci dirà Ti amo sarà una dichiarazione vera e scaturita dal cuore, e non due consumate parole che deve dirci per non sentire lamentele.Maria Giovanna Farina www.mariagiovannafarina.it
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