Ti è mai successo di sentirti altrove
i piedi fermi a terra e l’anima leggera andare
andare via lontano e oltre dove immaginare
non ha più limiti hai un nuovo mondo da inventare
Sì, in questo marzo mi è successo di voler tornare indietro, a tutto quello che credevo fosse da fuggire una decina di anni fa. L'adolescenza credo che un po' per tutti coincida con il sogno di una fuga, per me certo era questo: voglia di andare via. Via dal mio paese. Via dai miei compagni di classe. Via da quelli più grandi che vedevano solo quelle magrissime. Via da chi mi prendeva in giro. Via da chi mi faceva piangere. Via.
Lì per lì l'ho fatto, ho scelto il liceo più lontano che avevo a disposizione e mi sono detta che poteva nascere qualcosa di nuovo, una nuova Elisa, laggiù, in mezzo a gente nuova che le mie lacrime non le aveva né viste né tanto meno provocate. E così sono passati cinque anni belli e poi altri cinque in cui sono tornata, ma mai del tutto.
Un passo indietro (tanto per restare in tema Negramaro), un piedistallo da cui mantenere le distanze, per non mischiarmi troppo, mai, a quelli che dieci anni prima avevano ascoltato le mie interrogazioni, copiato i miei compiti, minato la mia autostima.
Marzo è stato il momento del basta, del vabbe' sono passati dieci anni, loro non sono più quei deficienti e io non sono più quella che piange per qualche stupida (e cattiva) presa in giro. Siamo cresciuti tutti e forse, mi sono detta, non sarebbe poi così male rivederli intorno a una pizza. Rivedere lui soprattutto, capelli biondo cenere e occhi furbi, compagno di infinite partite a dama e di progetti di tecnica sempre impeccabili. Lui che mi prendeva in giro per un'ipotetica love story col suo migliore amico, ma che era sempre dalla mia parte. E anche io dalla sua. La voglia di tornare a quello che credevo fosse da fuggire si può tradurre così: voglia di vedere come è diventato quello che era un ragazzino alto e magro, sveglio e strano, quello che da grande voleva fare l'inventore. E poi avrei gradito rivedere la mia stupenda prof di lettere delle medie, unica, sempre nel mio cuore. Avrei voluto dirle che nonostante lei non mi abbia insegnato la grammatica, mi ha fatto amare le parole come poche altre cose al mondo, e poi, avrei voluto dirle ancora, ho davvero continuato a scrivere, sempre, come mi aveva detto di fare lei alla fine della terza media.
Ai miei tempi (inizio a sentirmi vecchia) alle medie pochi avevano il cellulare, internet praticamente nessuno e facebook proprio non esisteva, quindi è stato possibile non rincontrarsi più, non risentirsi più, per tutto questo tempo. Il mio compagno di dame, ad esempio, non l'ho proprio più rivisto. Siamo andati alle superiori in due città diverse, abbiamo preso giri diversi, non ci siamo più incrociati, mai. E uno di questi giorni, così all'improvviso, mi è dispiaciuto esserci persi.
Queste le mie pippe mentali mensili, che non possono mai mancare, altrimenti non sarei io.
Pensare in fondo che non era così male
che amore è se non hai niente più da odiare?
Restare in bilico è meglio che cadere
a me è successo amore e ora so restare.
Per il resto marzo è stato un mese di grande bellezza italiana da Oscar, di Sorrentino diventato per un po' un indiscusso eroe della nostra povera patria, di Obama al Colosseo e di Renzi che come una trottola va in giro per l'Europa. Non so bene perché ma da quando c'è lui la politica mi annoia e alterno momenti di piccola speranza a momenti di grande disfattismo, se nel medio stesse la verità sarebbe già qualcosa rispetto al passato. Vedremo.
Per rimanere in tema mi sembra giusto ricordare i cinque minuti del mese in cui sono diventata leghista. Ora però è già passata la mia voglia di votare la Lega, Salvini può mettersi l'anima in pace. Vorrei che passassero altrettanto facilmente la paura e l'ansia e l'insonnia e gli incubi, ma mi sa che ci vuole tempo e non sarà questione né di aprile, né di maggio.
Mi auguro comunque che possa essere di nuovo un aprile di dolci dormite notturne per me.
Parti azzurre cliccabili!