Il corvo inclinò la testa. “Ti piace scrivere quella roba?”
“Piace?”
“Quella roba realistica che scrivi. Ogni tanto mi metto alle tue spalle e guardo. Ho persino letto qualcosa qua e là. Ti diverti a scriverla?”
Il giovane guardò l’uccello. “Si tratta di letteratura” spiegò come a un bambino. “Letteratura verista. La vita vera. Il mondo reale. Il compito dell’artista è mostrare alla gente il mondo in cui vivono. Noi porgiamo loro uno specchio”
da “Cose fragili” Neil Gaiman
Tutti coloro che si apprestano a scrivere, che amano farlo, credo siano spesso in conflitto con se stessi, su ciò che piace e su ciò che appare. Viene sempre da considerare che ciò che si scrive viene letto; ci si trova a confrontarsi con il lettore, un pensiero rivolto a lui e alla sua opinione e un pensiero a se stessi e a cosa si ama scrivere.
Perché è inevitabile, succede, così come nelle poesie, nelle canzoni, che il lettore si immedesimi in quello che legge, che senta di essere chiamato in causa, creda fermamente che si parli di lui e della sua vita.
Ma
Chiara