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Placebo “Loud Like Love” Era da un po’ che non ero più eccitato per una nuova uscita dei Placebo, band che avevo amato parecchio, soprattutto a fine anni Novanta. Poi era arrivato l’inevitabile calo creativo, d’altra parte capitato alla gran parte delle band gloriose nei 90s. Un calo nemmeno così preoccupante, anche se l’ultimo “Battle for the Sun” potevano risparmiarcelo, però abbastanza da far pensare che i bei tempi dei primi due album, l’esordio rivelazione “Placebo” e soprattutto il loro capolavoro “Without You I’m Nothing”, fossero andati. Quest’estate è invece arrivato il nuovo singolo “Too Many Friends” e ha fatto ben sperare, riportando a sorpresa alla mente quei bei tempi de ‘na vorta. Un pezzo in cui anche dalle lyrics Brian Molko sembrava aver ritrovato l’ispirazione antica, rinnovata con una notevole dose di autoironia: “My computer thinks I’m gay/I threw that piece of junk away”, canta in quella che si rivela una specie di ode contro i social network. Una canzone notevole per di più accompagnata da un video che presenta come narratore speciale il mio scrittore idolo Bret Easton Ellis.
Dopo una così buona premessa, il resto dell’album delude. Qualche pezzo purtroppo sbanda sui sentieri dello stadium rock urlato a squarciagola, e si poteva evitare. L’apripista “Loud Like Love” ad esempio me la immagino cantata in coro ai concerti manco fosse “Balliamo sul mondo”. Con la differenza che i fan dei Placebo la grideranno con in mano un mascara nero, quelli del Liga si scatenano con in mano un fiasco di lambrusco.
Nonostante questa sbandata, per il resto nell’album non c’è niente che non vada. Le canzoni non sono nemmeno malaccio, soprattutto "Hold On to Me". Il sound ricorda i vecchi tempi. Solo che quei bei tempi ormai sono andati, c’è poco da fare, e questa è solo una replica, troppo ripulita, troppo iperprodotta. L’unico brano davvero ispirato resta “Too Many Friends”. Il resto scivola via liscio, gradevole all’ascolto. Solo, non lascia traccia. Con un pizzico di malinconia, è ora di affrontare la realtà: mi sa che ormai è tempo di cambiare terapia. Era inevitabile, l’effetto placebo ha perso la sua efficacia. È ora di passare alle medicine vere. (voto 6/10)
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