La vicenda di Alessandro Sallusti è stata molto istruttiva. Nulla di nuovo, ma le conferme rafforzano le certezze. I giornalisti sono tutto fuorché una Casta. Altro che inciuci della politica, i giornalisti vanno in ordine sparso. Sempre. Impensabile che abbiano difeso Sallusti per costruire uno scudo corporativo. E’ stata nulla più che finta solidarietà per evitare che Sallusti portasse a casa la targa di martire.
Scrive oggi bene Feltri che i giornalisti non sono affatto privilegiati. Correttissimo: al massimo ci sono gli imboscati, come dappertutto. Dopo di che, altra questione, è evidente al mondo che scrivere una cazzata non ti può portare in galera. Dura lex sed lex come regola base. Ma la lex andrebbe cambiata (il gabbianone e il suo consueto tariffario: tiri un petardo allo stadio 1000 euro di multa, tiri una pietra dal cavalcavia 10 anni dentro, fai il Bestia in curva 5 anni a spaccare pietre, scrivi una falsità e sei Sallusti 10mila euro a parola, scrivi una falsità e sei Farina 50mila euro a parola e una sera a settimana a far visita al Bestia).
Vivremmo in un mondo meraviglioso. Sarebbero moderati pure i musulmani. L’Ordine dei giornalisti non esisterebbe più. I politici andrebbero all’Andiamo con la paghetta della nonna. E i querelatori di professione la smetterebbero di intimidire con il celolunghismo legale (5-0 per me).