Magazine Società
A Pietro Valpreda.
A Te,
sognatore fantastico ed inguaribile romantico,
irrequieto eterno ragazzo militante dell'Idea di Libertà,
di quell'Anarchia che ha nutrito il tuo esagerato ardore di rivalsa sociale,
dai più vista scioccamente come arroganza iconoclasta.
A Te,
in questo mesto decennale da quando ci hai lasciato,
dedicheremo non una via o una piazza,
celebrazioni convenzionali che ricalcano i riti del potere,
ma un sentiero, irregolare, tortuoso, forse un po' arido,
ma dove sarai certamente più a tuo agio, magari per vicinanza,
nel Mare della Tranquillità; in quella Luna foriera di fantasie, di chiarori tenui,
più in sintonia con la Tua vibrante sensibilità umana.
E' un sentiero dove la tua fantasia potrà vagare
con gli echi della rabbia urlata per le ingiustizie subite,
per le ferite mai rimarginate dell'essere, per anni,
additato come il mostro, la belva umana della Madre di tutte le Stragi.
Questi echi, forse li potremo non sentire ma vedere
nelle notti nitide e buie, nel disco della grande Luna
come dei piccoli e crepitanti scintillii che segneranno il Tuo eterno vagare.
Così, con un po' di fantasia, ti saremo sempre vicini.
Sembra banale dire che sarai sempre nei nostri cuori, caro Pietro,
ma Tu lo sai, lo sapevi già poco prima di lasciarci.
Eravamo a casa tua, io e Fabrizia:
ti muovevi con difficoltà per i dolori e le pesanti terapie che subivi,
i tuoi occhi, da eterno ragazzo erano umidi, offuscati,
ma la tua mano si è posata lenta ma decisa sul mio braccio
e con un accenno di sorriso che malamente copriva una smorfia di dolore
mi dicesti: “caro Ivan, mio compagno”; non trovai parole di risposta
ma misi la mia mano sulla tua, come fratello che sa.
Rimanemmo così per un po', prima che la stanchezza ti costringesse a letto.
Questo è stato non il tuo addio ma un arrivederci da anarchici,
dove la sintonia di ideali non può lasciar spazio ad opportunismi,
alle piccole miserie umane di chi ha cercato di speculare su di te e,
come piacerebbe a te:
“...Siam pronti e dal selciato d'ogni via,
spettri macàbri del momento estremo,
sul labbro il nome santo d'Anarchia,
Insorgeremo!....”
Con Amore Fraterno
e per sempre Viva l'Anarchia,
tuoi
Ivan e Fabrizia
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