Ma veniamo a Ti scriverò prima del confine, un titolo bellissimo, per un libro, del tutto all'altezza del titolo, che racconta una storia un po’ particolare. M***o è ricoverato in una clinica a seguito di un episodio violento, Il fatto come lo definisce lui, da cui si è salvato per miracolo e che lo ha trasformato, per la stampa e la nazione intera, in un eroe. I giornalisti lo cercano in continuazione, ha un suo responsabile stampa e un gorilla che lo segue in ogni momento per tenere lontane le persone indesiderate. Eppure, M****o è solo un ragazzo, che non ricorda quasi nulla di quello che è successo, che non vuole assolutamente parlare con lo psicologo della clinica e che, soprattutto, nella clinica si annoia a morte. Finché non incontra la stanza 27, nel reparto pediatria, e la sua ospite Giulia. Una ragazza non ancora maggiorenne che, un bel giorno, ha deciso di smettere di parlare e comunica con il mondo circostante tramite il linguaggio dei segni. M****o, che conosce la lingua dei segni, inizia a chiacchierare con lei e a raccontargli, poco a poco, episodi della sua vita e di cosa lo abbia portato a compiere quel gesto che lo ha portato lì. La ragazza di sé, invece, non racconta nulla direttamente, ma lascia al ragazzo delle lettere e dei disegni che lo aiutano a conoscerla e a scoprire qualcosa di più. Il legame tra i due diventa sempre più forte, e porterà M****o a riscoprire se stesso e a mettere in discussione il suo futuro.
La prima impressione che se ne potrebbe avere è quella di un romanzo quasi adolescenziale. Un ragazzo che fa un atto di eroismo (o forse, una cazzata?) finisce in una clinica e qui si innamora di una ragazzina più giovane e più fragile, che gli ruberà il cuore. Ed è effettivamente è così. Ci sono un ragazzo di venticinque anni e una ragazza di diciassette, emotivamente fragili, che si conoscono e, a loro modo, si amano. Però in questo Ti scriverò prima del confine c’è anche molto, molto di più. C’è l’interrogarsi continuo sulla paura e sul perché si compiono certi gesti. C’è la critica alla società moderna che crea e disfa eroi a proprio piacimento. C’è la sofferenza, la malattia e il dolore. C’è il racconto dei legami che si creano tra i degenti in una clinica e tra pazienti e infermieri (ho trovato bellissimo il telefono senza fili dalla finestra e il rapporto con l’Infermiere dell’Est). E poi beh, c’è tanto, tantissimo amore, sebbene vere e proprie parole d’amore si ritrovino solo nel finale, negli ultimi, incredibili, capitoli.
Ti sognerò anche se sarai al mio fianco. Ti accompagnerò, ma ti lascerò scoprire sentieri nuovi da sola. E, nel caso, lascerò che tu ti perda.
Diego Barbera sa scrivere molto, molto bene. E oltre alla trama e ai personaggi, mi è piaciuta moltissimo la scelta di non chiamare nessuno direttamente per nome, di nascondersi dietro a quegli ****, all'inizio un po’ destabilizzanti, per lasciare l’onore di veder comparire come se stessa solo Giulia.
Vi confesso che non sono molti i romanzi che alla fine mi fanno piangere. Commuovere sì, emozionarmi pure, però ecco, le lacrime le verso poche volte. Qui, invece, alla fine del romanzo qualche lacrimuccia è caduta. Perché di fronte a certe cose, non si può essere degli eroi nemmeno se si volesse. E perché, comunque vada, l’amore resterà sempre.Davvero una bella lettura e una bella scoperta.
Titolo: Ti scriverò prima del confineAutore: Diego BarberaPagine: 272Editore: CasaSirioAnno: 2015Acquista su amazon:formato brossura: Ti scriverò prima del confineformato ebook: Ti scriverò prima del confine