Bambini che giocano a fare i grandi, vecchi che fanno i bambini, pervenuti a metá, sregolati e implosi, approssimati e inadeguati, e noi che non sappiamo quanto pretendere dalla vita, quali regole infrangere, con che ordine. Messi sulla terra di Dio come apici che non trovano riposo a terra, la terra dei tacchi a spillo, delle gomme da masticare che ti intrappolano, delle merde spartitraffico dei cani. Tutto quello che rubiamo non ci resta, neanche l´accozzaglia di respiri pungenti da bocca a bocca, tutti quelli che ce la pagano non sará niente di meglio per nessuno e il tempo perso a piangere cose mai viste barra vissute non ce lo mettono nel 740, non ci torna indietro in percentuale col tfr. Nemmeno un minuto di vento in piú su queste vite bastarde, quasi ai saldi, che non ci scolliamo dal culo. Chi dice “é troppo tardi”, “non serve a niente”,”forse”, chi non dice nulla. Ti vedo da come tremi. E noi come apici, che dobbiamo aprire qualcosa che non ci spetta, chiudere qualcosa che non si é goduti senza essere nel senso. Il senso. Di mano in cuore. Sfociamo tutti lá, con l´acqua alla gola. Devo arrendermi? Ah, no, dicono tutti di no ma pensano tutti di sí quando suona la sveglia. Ma poi scatta qualcosa, come tra questi pensieri disordinati, prevale qualcosa, almeno il senso del dovere, di recuperare quella vita zoppa e attaccarla al culo come rimorchio e muoversi. Noi siamo quelli che ci parli e sentiamo in differita e se ci arriva, cosa a […]
Continua a leggere Ti spiego noi “apici”