Mio padre ha sempre avuto un modo un po' particolare per prendersi cura di me.
Non è mai stato uno con il quale mi confidassi perché è una persona piuttosto chiusa e riservata e spesso facciamo fatica a comunicare: lui capisce soltanto ciò che vuol sentire. Comunque fin da quando ero piccola ha sempre dimostrato la sua preoccupazione nei miei confronti attraverso delle "frasi fatte", come se invece di parlarmi col cuore mi parlasse leggendo qualcosa che qualcun altro aveva scritto per lui. Della serie "non andare nel bosco se no il lupo ti mangia", "mettiti la canottiera di lana che fuori fa freddo", "guarda che se corri poi ti stanchi". Nemmeno mio nonno mi ha mai parlato in questo modo... cose trite e ritrite che io già sapevo per conto mio e quando me le diceva semplicemente annuivo per non contraddirlo. Ancora oggi che ho 22 anni mi tocca sentirmele dire non dico tutti i giorni, ma poco ci manca. Si ok è vero, per lui sarò sempre la sua bambina e bla bla bla.
Però mi girano le balle lo stesso.
Giusto questa mattina mio padre era in viaggio per lavoro e dopo venti minuti che era in macchina mi chiama al cellulare e mi dice: "Sto ascoltando alla radio una trasmissione interessante e parlano di quanto fa male usare il cellulare soprattutto ai giovani, perché manda più radiazioni di un forno a microonde e ti brucia le cellule... quindi mi raccomando usa poco il telefono". Allora, prima di tutto scemo tu che invece di chiamarmi a casa giustamente mi hai cercato al cellulare quindi se anche avevo due neuroni che passavano di lì in quel momento me li hai fatti bruciare. Secondo, ho capito che ti preoccupi per me ma cavolo, è una vita che ci sono i cellulari e che sappiamo quali danni che a lungo andare possono provocare, e tu te ne salti fuori solo adesso perché l'hai sentito in radio?
Poi direi che superati i 20 anni di solito una persona riesce più o meno a cavarsela da sola.. insomma mi ha parlato come se avessi 10 anni si e no. Io capisco che un genitore si senta in dovere di proteggere la propria prole a qualsiasi età... ma son stufa di essere trattata come se fossi una bambina senza un cervello. Comunque alla fine per tranquillizzarlo gli ho detto: "non ti preoccupare che di notte lo spengo il cellulare." E lui: "è ma fa male lo stesso" e io: "e che faccio lo butto???". Non si sforza nemmeno di formulare una frase sua, sente dire da qualcuno qualcosa e lui ripete come un pappagallo, si accontenta di questo e pensa che così il suo dovere di genitore premuroso sia stato assolto.
Lui era un artista, un pittore, un uomo che se veramente avesse voluto avrebbe potuto fare quello che voleva con il suo talento, perché aveva pure gli agganci giusti nel mondo dell'arte. Ma lui no, si è accontentato. Oggi ormai non dipinge nemmeno più perché è impegnato a giocare a carte con il computer. Al che se qualcuno glielo fa notare lui tira fuori dal cilindro una delle sue spettacolari frasi fatte e dice: "è ma si sa, il computer ti rovina la vita perché non ti fa più venir voglia di fare altro. Crea dipendenza." Ma allora cosa ci fai ancora seduto li? La forza di volontà l'abbiamo buttata nel cesso oggi?
Mi sale una rabbia incredibile perché ha avuto il talento che io non avrò mai e lui non l'ha coltivato. Mi sale una rabbia pazzesca perché non è mai riuscito a comunicare come si deve con la sua famiglia specialmente con me. Mi sale una rabbia furiosa perché appena scopro qualcosa di bello come uno sport o la musica o qualsiasi altra cosa lui sfodera quella frase fatta del cazzo che odio con tutto il cuore e che è: "A che non diventi una mania, che poi ti distoglie dallo studio". Giuro che potrei veramente impazzire quando mi dice queste parole. Sono in casa TUTTO IL GIORNO a studiare e nemmeno se ne rende conto.
Nella mia vita fino ad ora sono sempre riuscita ad ottenere tutto quello che volevo facendo mille cose contemporaneamente e lui mai che se ne ricordi!
Io sono stufa. Stufa di essere trattata come una scema. Stufa di non essere capita solo perché lui non si sforza. So che è lui quello che dei due non cambierà mai. Ma sono anche arci stufa di questi cliché del cazzo in cui se uno è più vecchio non cambia. Non capirò mai perché lui deve comportarsi così e io mandar giù. Forse è anche per tutta questa serie di motivi che non vedo l'ora di andarmene.
Eppure nonostante tutto (e avrei ancora una lista interminabile di cose da dire) non riesco a non amarlo. Lui potrebbe fare un miliardo di errori nella sua vita che io comunque gli vorrei un bene infinito. Ho provato ad odiarlo ma è più forte di me non ci riesco. E forse anche se lui non riesce ad esprimere quello che prova per me, anche se sbaglia in continuazione, anche se continueremo a litigare per cose stupide o importanti, io so che a modo suo lui mi vuole bene e a me va benissimo così.
Giulia