Mi aveva trascinato per chilometri, persino con tutte quelle ferite e privata del cibo da più o meno lo stesso tempo, Ala Mozzata doveva aver preso l’intera faccenda come una prova. Non perdeva occasione per maledirsi e per maledire la sua programmazione genetica. L’angelo era rinsavito solo dopo molto tempo, dopo esserci messe al riparo da possibili minacce e aver trovato del cibo, mentre le sue ferite guarivano e le energie per un nuovo scontro scarseggiavano.
Il luogo dove mi aveva portata era perfetto per far perdere le proprie tracce, ma se in una qualsiasi altra epoca storica Alley Complex sarebbe stato l’apice della collettività, in mano alla Cabala era l’archetipo di quello che rappresentava il neomedioevo: privo di qualsiasi tipo di riscaldamento, di servizi igienici o di acqua corrente quell’agglomerato di lerciume e malattie era l’unico luogo dove la gente della Cabala non si sarebbe allarmata per un serafino malridotto e una donna malandata – Dobbiamo tornare al mio TSC! –
– Per farlo dobbiamo riprendere le forze. –
– Se non avessi deciso di tradirmi… – m’interruppi consapevole che continuare con quelle parole non ci avrebbe aiutate affatto – Se non mi fossi fatta stordire la prima volta, forse le cose sarebbero andate diversamente. Potevamo essere già fuggite! –
– Non sfidare la linea temporale, amica Morrigan. – mi consigliò l’angelo rimanendo con le ali chiuse attorno al corpo, intenta a scaldarsi – Le cose dovevano andare così. –
– Hai ragione, pensare alle possibilità è assurdo per un timeshifter. –
– Anche senza la conoscenza della linea temporale, andare avanti è l’unico modo. – corresse Ala Mozzata, alzandosi in piedi per dispiegare le ali – Muoverci potrebbe aiutare la nostra causa, Morrigan sei pronta a recuperare il TSC? –
Non lo ero: aver provato cosa significava essere privata delle qualità della stanza mi stava devastando, riuscivo solamente a pensare che nulla mi avrebbe ridato quella forza, in qualche modo il tempo aveva ripreso a scorrere come un fiume inarrestabile e qualsiasi altra cosa non aveva più significato – Se tutto questo avesse cambiato irrimediabilmente la linea temporale? –
– Morrigan quelli che provi sono i sintomi della tua assenza dalla stanza, mi è già successo in passato e so che l’unico modo per riprendersi è combattere, riprendiamo il tuo TSC e ti garantisco che tornerai quella di un tempo! – mi rassicurò l’angelo facendomi cenno di alzarmi per seguirla.
I vicoli di quel complesso erano stretti come capillari e complice l’assenza di una vera e propria fognatura, era impossibile resistere agli odori che si poteva trovare nelle strade, incluso il tanfo di cadavere che veniva dai vicoli meno frequentati. Mi sorpresi della povertà di quella gente: le figure emaciate non erano diverse da quelle di Illdaar, con la differenza che i viottoli fangosi del villaggio medievale potevano essere illuminati dal sole. Dentro Alley Complex c’era solo acciaio e roccia, come una gigantesca grotta, alcuni si erano rifugiati attorno a quello che poteva definirsi un falò, un santone stava indottrinando i presenti con minacce di dannazione eterna e amenità che non mi curai neanche di ascoltare – Quanto siamo lontani dal punto in cui abbiamo lasciato il TSC? –
– Non è più dove ricordi: mi hanno ordinato di spostarlo. –
– Di bene in meglio, quante teste dovremo tagliare per aprirci la strada fino alla stanza? – domandai cercando d’immaginare un modo per non cadere di nuovo in trappola – Dovrò preoccuparmi di una tua ricaduta? – chiesi mentre scendevamo nelle profondità del complesso.
Ala Mozzata mi fissò con uno sguardo preoccupato – Comprendo la tua diffidenza, non tradirò di nuovo la tua fiducia, amica Morrigan. –
Scossi la testa, comprendevo molto bene quell’intenzione e sapere che una sua versione futura era tornata indietro per liberarmi, la diceva lunga sulla voglia di riscatto di quella creatura, ma non potevo abbassare la guardia nei suoi confronti – Combatterai al mio fianco, hai un’occasione per riscattarti. –
– L’occasione allora è vicina. –
– Dove stiamo andando di preciso, Ala Mozzata? –
L’angelo spiegò le ali superiori, facendomi cenno di guardare nelle profondità di quella struttura scricchiolante – Nelle profondità di questo luogo, li la Cabala nasconde il mio TSC. A guardia della stanza ci saranno molti serafini, molti devoti alla Cabala e probabilmente anche il Prelato Supremo che controlla il complesso. Dobbiamo riprendere il mio TSC, prima che riescano a decifrarne i codici. – annuii, consapevole che la linea temporale era ancora in piedi e nessuno aveva tentato di cambiarla, ma non si poteva prevedere quali sconvolgimenti sarebbero avvenuti se qualcuno avesse tentato un paradosso temporale: nei miei studi non ero ancora arrivata a prevedere una simile evoluzione di eventi.
Continuammo scendendo attraverso i livelli di quella collettività, tra esseri umani privi di ogni genere di dignità, abbandonati a vivere come animali senza alcun diritto, se non quello di esistere per capriccio della Cabala. Non ero stupita che la barbarie si fosse radicata così bene in quel punto della linea temporale: era logico supporre che più rilevanti fossero le cause del crollo di una civiltà, maggiore sarebbe diventata la disparità tra potenti e gente comune. Se Alley Complex era solo una delle tante collettività in cui veniva stipata la popolazione umana, la condizione di quella gente doveva essere per tutti uguale.
Una parte di me non riusciva a tollerare che la gente venisse lasciata a morire di malattie e stenti nell’ignoranza generale: la persona che ero prima di diventare una dei timeshifters era cresciuta dando per scontate molte di quelle cose che in quel periodo storico potevano essere appannaggio solo di una ristrettissima cerchia – Questo luogo non è giusto. – confessai.
– Trovi ingiusto che la Cabala e le altre corporazioni abbiano ridotto l’umanità in schiavitù? –
– Trovo ingiusto che l’umanità si sia ridotta in questo stato. Nel periodo storico da cui provengo ci sono dei problemi, ma nulla è comparabile a questo! – fare comparazioni di quel genere era sciocco, oltre che inutile, ma non riuscivo a tollerare quella condizione.
Ala Mozzata sorrise a quelle parole – La tua voglia di riscattare quelle persone è una priorità maggiore persino rispetto alla nostra missione, indubbiamente occorre ammirarti per questo, ma dovrai mettere da parte questa tua visione: persino nella loro condizione questi uomini sono devoti adoratori della Cabala e dei suoi serafini del cambiamento. –
Scendemmo ancora, nel silenzio di quelle riflessioni comparvero di nuovo i simboli della Cabala, le insegne luminose e soprattutto la luce. Quel luogo non apparteneva affatto ad Alley Complex, anche essendo costruito nella stessa collettività, eppure c’erano mendicanti che chiedevano asilo e protezione, ricevendo solo un posto tra i vari esperimenti umani della Cabala – Cambia il tuo aspetto Morrigan. – mi consigliò Ala Mozzata sfoderando la sua arma – Deve sembrare come se fossi mia prigioniera. – Obbedii, scolorendo la mia veste e nascondendo la collana di controllo e gli altri gioielli come stracci emaciati, pronta a fare la mia parte per impedire alla Cabala di guadagnare anche il potere del TSC.
Potrebbero interessarti anche :