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"Timira" di Wu Ming 2 e Antar Mohamed

Creato il 04 novembre 2012 da Memole
Una delle realtà più innovative e interessanti del panorama letterario italiano sono certamente i Wu Ming (di cui avevo parlato anche qui).  Forse unici nel loro genere, i Wu Ming sono un collettivo di scrittori con idee del tutto particolari: non pubblicano con i loro nomi veri ma con lo pseudonimo di Wu Ming, che in cinese può significare "senza nome" o "cinque nomi", distribuiscono le loro opere anche gratuitamente in e-book, e non si fanno problemi a mescolare nei loro libri finzione e reportage storico, e ad incorporarvi documenti o personaggi realmente esistiti. Timira. Romanzo Meticcio, come dice il titolo stesso è un ibrido. Nato da una serie di interviste con Isabella Marincola, la Timira del titolo, si è poi sviluppato come un romanzo, scritto con la collaborazione di Mohamed, il figlio di Isabella, ma vuole anche essere un libro di memorie, e non da ultimo un libro sulla memoria culturale. Ambientato tra Roma e la Somalia, narra la storia, verissima ed incredibile, di una donna italo-somala, nata dalla relazione extraconiugale di un sottufficiale italiano in quella che un tempo era una colonia italiana con la sua boyessa, termine che deriva dalla femminilizzazione di boy e che indicava all'epoca una donna di servizio, da utilizzare anche biecamente come amante. Tra le pagine troviamo documenti, carte d'identità e foto d'epoca, come nel più classico dei memoir. Solo che tra le memorie s'inserisce la narrazione degli autori che riempiono i buchi lasciati dalle parole di Isabella, morta improvvisamente prima della fine della stesura del libro. Sorella di un partigiano nero ucciso dalle parti di Biella, nel libro vediamo Isabella recitare in Riso Amaro di Dino Risi pur non avendo la carnagione tipica della mondina, fare la modella per numerosi artisti, subire il razzismo strisciante di un'Italia in cui la mentalità del colonialismo fascista non sembra essere scomparsa e, dopo numerosi amori e peripezie, andare a vivere a Mogadiscio, terra della madre. Rimpatriata in Italia all'inizio della guerra civile somala, Isabella si scontra con la burocrazia italiana, che inizialmente le nega lo status di rifugiata. Con un caratteraccio e una faccia tosta invidiabile, la nostra Isabella scrocca cene a destra e a manca, frega i soldi ad un uomo che non le garba abbastanza e fa passare una vita d'inferno a tutti. Tuttavia finiamo per volerle bene, a questa capocciona che alza un po' troppo spesso il gomito e che risponde per le belle a tutti, anche a Siad Barre. Un libro insolito, scritto cercando di rendere la parlata di una donna che nella vita ne ha viste di tutti i colori, e che con gli anni è diventata cinica e ruvida, ma al punto giusto e con garbo. Un libro affascinante, che parla di una cultura - quella somala - che raramente entra nelle pagine della letteratura italiana. Una storia che meriterebbe di essere approfondita oltre le sue 525 scorrevolissime pagine: la storia del fratello Giorgio morto per far risorgere un paese che molti non volevano neanche credere potesse essere il suo, la vita che scorre in una città coloniale, Mogadiscio, che non è ancora quella martoriata da vent'anni di guerra civile di cui leggiamo nei reportage giornalistici. Ma soprattutto il racconto di una vita straordinaria, passata in bilico costante tra coppe di champagne e calze rattoppate alla buona.
Timira. Romanzo Meticcio di Wu Ming 2 e Antar Mohamed
Edito da Einaudi, 2012pp. 525, € 20,00 

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