Non capita spesso di entrare al cinema e, allo spegnersi delle luci, ritrovarsi catapultati in quella terra dell’eterno fanciullo che è l’isola che non c’è. Le avventure di Tintin – Il segreto dell’unicorno ci permette di entrare in contatto col ragazzo nascosto in ognuno di noi e di nutrirlo con quel genuino senso d’avventura che stupisce e affascina. L’originale Tintin di Hergé si caratterizzò per il maturo utilizzo di quello stile grafico detto “linea chiara”, l’opera di Spielberg risulta essere ugualmente innovativa ponendo dei nuovi punti di riferimento per l’animazione e l’utilizzo del 3D. Diversamente da altri film in 3D non ci si accorge quasi di indossare gli occhialini e le animazioni risultano fluide e profonde senza alcun rallentamento. La tecnica del motion/performance-capture ci regala una definizione impressionante soprattutto nella delineazione delle espressioni facciali dei personaggi che risultano essere ottimamente interpretati da un cast di attori all’altezza su cui spicca Andy Serkis ormai vero punto di riferimento per le interpretazioni digitalizzate.
La regia è semplicemente fantastica, i raccordi grafici a cui Spielberg ci ha abituati raggiungono qui un livello di pura poesia, il ritmo è sempre incalzante e il film scorre senza mai annoiare lo spettatore. La storia prende spunto da due celebri albi di Hergé: “Il Segreto del Liocorno” e “Il Tesoro di Rackam il rosso” ricombinandole in una gradevole sceneggiatura che ci porterà in giro per il mondo per svelare un antico segreto insieme a Tintin, il suo fidato e astuto cane Milou, i due buffi agenti Dupont e Dupond, lo strambo Capitano Haddock e il temibile Sakharine. Numerose le citazioni e i rimandi ad altre pellicole, da segnalare l’apertura/omaggio che vede un Hergé digitale ritrarre Tintin con il suo inconfondibile tratto. In conclusione, Le avventure di Tintin – Il segreto dell’unicorno riesce a regalare quella pura magia del cinema iniziata ormai più di un secolo fa con Georges Méliès e il suo Viaggio nella Luna, la speranza è che le prossime incarnazioni cinematografiche di questo simpatico e avventuroso reporter dal ciuffo all’insù siano all’altezza di questo splendido esordio.