Meravigliose interpreti delle loro vibranti personalità furono, oltre alla Compagnia dei ” Golosi “, quella degli ” Accesi ” e dei ” Fedeli “.
Le influenze che l’italiana commedia dell’arte esercitò sul teatro europeo affiorano distintamente in alcune opere di Molière, di Shakespeare e di vari autori spagnoli.
Lo stesso Goldoni, per creare quella che doveva divenire la commedia italiana moderna, s’ispirò alla materia di questa avvincente forma di spettacolo.
Oggi, come ieri, nelle variopinte e festose mascherate del Carnevale di Venezia vivono i personaggi della commedia dell’arte, divenuti popolari.
Queste maschere in costume le possiamo vedere nelle edizioni attuali del Carnevale accompagnate da altre maschere veneziane molto conosciute tra le quali possiamo annoverare la Bauta : maschera bianca per il volto, mantello nero e il tricorno per copricapo. I patrizi veneziani tendevano a indossare la Bauta quasi tutto l’anno. Le Baute dominavano i palchi dei teatri e poi nei ridotti e nei casini, le case da gioco frequentate dai nobili.
Le maschere più usate dal popolo erano : il Bernardone e il Pitocco, mendicanti afflitti da malattie varie e vestiti come staccioni e la Gnaga : un uomo travestito da donna.
Il Mattaccino era il pagliaccio del Carnevale vestito di bianco e nero e con un cappello di piume, usava lanciare uova profumate per le vie della città.
La Moretta era fra le maschere veneziane quella preferita dalle donne, molto apprezzata poichè di forma ovale e rivestita di velluto nero risultava particolarmente elegante.
La maschera più bizzara era il Medico della peste, con il lungo naso simile al becco di una cicogna, occhiali, tunica di lino o tela cerata, accompagnato dalla fedele bacchetta per sollevare le vesti degli appestati.
Venezia è la città delle maschere: le bellissime maschere veneziane sono famose in tutto il mondo; venivano indossate dai veneziani in diverse occasioni e non solo a Carnevale quando trovavano il loro massimo momento di sfoggio.
La maschera veniva indossata dagli uomini per non farsi riconoscere nelle situazioni più scomode e dalle donne, oltre che per nascondere la propria identità, anche per bellezza.