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Tira più un convento di suore che la Cabello

Creato il 06 novembre 2014 da Signorponza @signorponza

Suona anche questa settimana la campanella de L’ora di religione, l’unica rubrica del blog Signorponza.com che ogni settimana rischia di chiudere per tagli al personale. Tra l’altro questo è il mio primo post che potete comodamente leggere dai vostri device Apple, grazie a Ponzapp, che sono sicuro avrete tutti scaricato o che stavate giustappunto facendo (nel post sono presenti inserimenti di prodotti a fini promozionali).

Tira più un convento di suore che la Cabello

Per garantire la mia versatilità pur di non essere licenziato, stavolta ruberò il lavoro a Seriesly, per parlarvi di una serie tv che sta facendo impazzire gli Italiani ma che non ha ancora trovato la meritata celebrazione sulle pagine di questo blog. Sto parlando della regina degli ascolti del giovedì sera, che non è chiaramente la Cabello, ma la regina delle serie tv italiane: Elena Sofia Ricci nelle vesti di suor Angela, protagonista di Che Dio ci aiuti.

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Non sembra proprio una novità visto che Don Matteo spopola da un decennio e suor Angela è solo l’ultima arrivata di una lunga serie di fiction a sfondo religioso. In realtà Che Dio ci aiuti è una serie di genere ibrido (come va tanto di moda oggi) tra i classici drama alla Don Matteo e la sit-com più caciarona, un dramedy per l’appunto. L’idea di una suora controcorrente non è nemmeno una grande novità visto che l’immaginario delle suore cattive e noiose è stato del tutto cambiato, negli anni ’90, da Sister Act al cinema e nelle tv italiane da Angela Finocchiaro in Dio vede e provvede (grande cult). Suor Angela è una suora sui generis, poco incline alla rigidità del monastero e molto più aperta all’amore disinteressato verso le storie degli altri, del resto ha preso i voti dopo aver scontato i suoi giorni al fresco per rapina a mano armata.

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Ma la vita del convento non è affidata alle sole mani di suor Angela, seppure il suo ruolo di deus ex machina (Alepuntoacapo, soddisfatto?) è il perno di tutta la narrazione. Il convento è abitato anche da ragazze che, per vicissitudini familiari varie, si trovano a condividere lo stesso tetto divise tra la sorellanza e le irrinunciabili liti da gallinaio, come ci ha insegnato Antonella Elia a L’isola dei famosi. Tra tutte le ragazze però se ne distingue una e, aggiungo, se ci fossero gli Emmy in Italia, uno meritatissimo andrebbe a Francesca Chillemi.

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Azzurra Leonardi (il personaggio interpretato dalla Chillemi) è veramente iconico. Io credo che se al posto di guardare AHS molti miei amici vedessero Che Dio ci aiuti, sarebbe già una delle icone maggiori della tv italiana (del resto lo è diventata la Marchesa d’Aragona, non sarebbe poi così difficile). Azzurra, dicevo, è l’unico personaggio che sdrammatizza tutta la serie, che, altrimenti, avrebbe avuto il gusto di un Don Matteo in gonnella. Non a caso, Che Dio ci aiuti acquista un senso dalla seconda stagione, ossia quando per dare maggiore spazio al personaggio di Azzurra si aggiunge una storia parallela alle vicende di cui si occupa suor Angela: la storia d’amore tra un avvocato belloccio, padre inconsapevole di un bimbo orfano, e Azzurra, viziata ricca decaduta, che si ritrova a fargli da tata.  Da qui sembra di rivedere Tata Francesca, con suor Angela nel ruolo di zia Assunta.

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Ormai, stasera, Che Dio ci aiuti si avvia verso la chiusura della terza stagione, ma Rai.tv rende disponibili tutti gli episodi delle stagioni precedenti in streaming. Il mio consiglio è di saltare a piè pari la prima, ancora troppo ancorata alla tradizione donmatteiana, e partire direttamente con la seconda stagione al grido di “AZZURRA LEONARDI 4 PRESIDENT!”

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Anche oggi l’ora è volata, alla prossima!

L'ora di religione


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