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Tirando le somme di ottobre

Creato il 02 novembre 2011 da Danemblog @danemblog
Va malino. Ecco tirate le somme. Punto e basta, ma visto che in questo periodo scrivo poco, mi va di argomentare. Quello che c'è scritto dopo, comunque, è un po'(st) pessimista e personale. C'è la nebbia e stasera mi sento così. E poi, io tengo sempre a mente quel detto uruguayano che mi disse tanti anni fa Daniele: "un pessimista è un ottimista ben informato".
Va malino, nel senso che non va male - ancora si campa - ma nemmeno bene - dato che, più che campare, si tira-a-campare. Ottobre è stato per me un mese riflessivo. Si ottobre. Lavorando in cantiere - sì, lo so che ve l'ho già detto quella volta - hai tanto tempo per pensare. Il rumore persistente dei vari macchinari, ti isola dalle comunicazioni interpersonali. E poi i tempi sono lunghi, lenti e faticosi. Si pensa: è un bene. In più, con ottobre arrivano i primi freddi, si affaccia l'inverno, che non so perché ma è da qualche tempo che mi sono fissato, è una stagione introspettiva. Se poi ci metti che mi sono successe delle cose, o sono capitate intorno a me - con cerchi a stretto, medio o ampio raggio - allora si capisce che ci sono stati tutti i presupposti. Dunque, sono un trentenne - so che vi ho già detto anche questo - che ha scelto il più precari dei lavori: il libero professionista. Roba con cui anni fa potevi lavarti la bocca: ma siccome sono finiti i tempi in cui al dottore si regalavano le uova e l'olio nuovo, adesso ti vergogni anche un po' di dire il tipo di attività che fai. Va malino: pochi lavori, duri, malpagati, al limite dello sfruttamento. Se poi ci metti che per ricevere i soldi delle scontatissime parcelle serve almeno un anno di tempo, allora capisci la situazione. Che poi, vaglielo a spiegare che vorresti essere pagato dopo aver fatto il lavoro, e che quel lavoro ormai è bello che finito, e che tu non mangi una volta all'anno, ma bene o male, tutti i giorni. E i soldi servono, fosse altro per sopravvivere. Non si lavora per dovere sociale, non è la città della Lego questa, qui si lavora per portare a casa la pagnotta. Va malino. Perché poi c'è gente, che nemmeno sa chi sei e quanto hai sudato quel che hai, e ti entra in casa. Prende quel che vuole, lascia la confusione e la violenza. E quelli che dovrebbero controllare certe cose, sorvegliare, indagare diciamo, ti rispondono che in questo periodo ci sono stati tanti furti. E allora, tu, incosciente, gli chiedi "quanti ladri avete preso?" e ottieni la fatidica risposta: "Quelli mica si fanno prendere!". Come se fosse compito del ladro, farsi acciuffare. Va malino. Perché a 30 anni devi essere la forza di un paese. E invece uno su tre di quelli come te, non lavora. E le energie che hai adesso, non le avrai mai più: e uno stato che non può sfruttare questo enorme potenziale - e badate bene, dico sfruttare, perché a questa età si può anche essere un po' sfruttati, spremuti -  è uno stato fermo. Immobile. Senza futuro. E per chi dice che il passato e il futuro non esistono: ecco, noi siamo senza presente. E se hai 30 anni, ancora sei giovane. Almeno quanto basta qui da noi, dove Bocchino è una promessa della politica: a 50 anni. Una promessa: che semmai lo sei mai stato, adesso sei una di quelle non mantenute. Va malino. Perché per avere un figlio, diritto, e per certi versi anche dovere, di ogni essere umano devi prima fare i conti in tasca. Per scoprire poi, che devi scegliere: o lui o noi. Per tutti i soldi non bastano. E non è facile, per niente. E noi - io e Dan - siamo solo fortunati, sopra ogni dire. Va malino. Perché come disse il tipo che tosava il maiale "tante urla e poca lana". E la politica così, è inutile. Rischia di aver ragione chi non vota. Il PdL non è un partito. La Lega fa schifo. Il Governo non governa. Nel giorno più tragico di questi ultimi mesi, un ministro stava in India, un altro alla sagra della zucca, il capo in Sardegna. Il principale partito di opposizione è più ridicolo che mai. C'è un tipo che ce l'ha con i vecchi, ci sono i vecchi che ce l'hanno con lui ma non vogliono ammetterlo, ci sono quelli buoni - che sono il vero futuro - che non hanno spazio. Come noi, solo che loro, se la passano un po' meglio. E poi ci sono le grida: quelle che sono più ruggiti che parole. Quelle che alla fine sono tutte chiacchiere e poca sostanza. E sono sempre le stesse cose. La gente si stanca, ne ha piene le palle. Si allontana da qualcosa di sacro e manda tutto al diavolo. Non vota e non voterà. Va malino. Perché tutti ce l'hanno con tutti. Siamo incazzati neri. Ma i neri ci stanno sulle palle, poi non sopportiamo i cinesi, i romeni  e via via a incrocio. C'è sempre qualcuno che ce l'ha con qualcun altro, in modo selettivo, più che altro. E poi ci sono gli albanesi: che non ho capito come mai, stanno sulle palle a tutti. Chissà perché, davvero...(un giorno voglio parlarne con Blerina...).
Va beh. Va malino. Punto e basta. Argomentazioni dette e ridette, messi giù più per il piacere di scrivere e di sfogarmi, che altro. Ed è veramente difficili trovare quel maledetto sbocco positivo. Ci si spremi le meningi e rivolti le viscere, ma non lo trovi. Cercando incappi sempre in quella maledetta domanda, dannata: "Ma che cosa posso fare?". Stasera, mentre rientravo a casa, però ho pensato una cosa:
Quanta gente vive!
Così, senza tante spiegazioni. E l'ho pensata oggi, il giorno Dei Morti. E mi ha fatto stare bene. Perdonatemi lo sfogo.
P.s. Auguri Maurizio. No, sta bene. E' solo che quel-maurizio, è nato il giorno dei morti. Ossimoro anagrafico... 
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