Concludere una storia non è affatto una passeggiata... Si tratta di un momento importantissimo in un romanzo (così come in un racconto): una storia sarà giudicata proprio in base al finale. In pratica, se il "the end" delude, deluderà l'intera trama; un finale debole rovinerà l'intero libro.
Per questo ho messo insieme alcune linee guida che possono aiutare (me e spero anche voi) in questa fase.
La crisi: preparare il finale
Prima di arrivare alla soluzione della storia, occorre prepararla, ovvero nei capitoli finali la tensione deve salire al massimo. Durante questa fase il protagonista affronta le sue peggiori paure, si confronta con i suoi nemici, si trova di fronte a una scelta difficile, fa un’importante scoperta o corre un grave pericolo. In pratica, un grosso ostacolo si para davanti al protagonista e si frappone fra lui e i suoi desideri. È un punto di non ritorno, è il momento in cui il lettore resta incollato alla sedia, in ansia per la sorte del personaggio principale e si domanda: riuscirà a superare la grande prova?
La tensione esplode
Una trama è come un precipitare di eventi inevitabili, un crescendo di tensioni e conflitti che prima o poi arriveranno ad un momento cruciale. Questo è il finale vero è proprio, quasi una forma di catarsi; è lo scioglimento dei misteri, la risoluzione di tutti i problemi. Un buon finale è quello che risponde alla domanda principale posta della storia, quella che si chiama “la domanda drammaturgica”. In pratica, la conclusione risolve il conflitto posto all’inizio della storia.
Coerenza con il resto della storia
Quando giungiamo a scrivere gli ultimi capitoli, è d’obbligo mettere tutta la trama in discussione. È proprio in questo momento, infatti, che al lettore deve diventare chiaro il senso di tutti gli eventi precedenti, di tutto ciò che il protagonista o i protagonisti hanno vissuto, di tutto quello che abbiamo raccontato. Per questa ragione, prima di buttarsi sulla scrittura della fine del romanzo, è meglio riconsiderare con attenzione tutti gli eventi e i rapporti tra i personaggi. In pratica, è bene rileggere l'intera storia, calandosi più che mai in un lettore esterno, chiedendosi se la conclusione è in linea con tutto il resto.
Conclusione logica o miracolo?
C'è qualcosa che mi infastidisce profondamente in alcuni finali di libri o di film: quando le soluzioni sembrano giungere dall'alto come miracoli. Se avete bisogno di un provvidenziale intervento divino perché il protagonista si salvi dal disastro finale, allora c'è proprio qualcosa che non va...
Il cambiamento del protagonista
Qualsiasi sia la tipologia della storia o lo spessore psicologico dei personaggi, e qualsiasi sia il destino del protagonista, quest’ultimo deve cambiare. Un finale emozionante è un finale in cui il personaggio in cui ci siamo identificati arriva al punto di fare una importante scoperta su se stesso. Alla fine della storia il lettore deve sapere o almeno intuire che il protagonista della storia non è più lo stesso dell'inizio.
Dare spazio alla fantasia del lettore
Decidete voi se i vostri personaggi vivranno “tutti felici e contenti” o no. Una fine felice o infelice è una scelta davvero molto soggettiva. Quello che però proprio non si può perdonale è un finale piatto, ovvero un finale in cui non si dà al lettore nessuna possibilità di immaginare da solo le conseguenze della storia. Un po’ di ambiguità alla fine non guasta…