Per raggiungere Tiraspol, la capitale di questo pseudo-stato, da Odessa ci si può affidare sia ai minibus che partono dalla stazione accanto al mercato Pryvoz, che all'unico treno che parte (poco prima delle 5 di pomeriggio) dalla stazione ferroviaria della bella città ucraina, in particolare dall'ultimo binario, che si trova lungo Vulitsa Srednefontanska fuori dall'area principale e con la banchina che comincia più avanti delle altre. Benché quest'ultima opzione richieda più tempo di viaggio, è comunque preferibile sia per la maggiore comodità che per i minori controlli alla frontiera: al confine infatti salgono sul convoglio solo i militari ucraini per timbrare l'uscita dal loro paese, mentre di quelli transnistriani non si vede nemmeno l'ombra (corre voce invece che questi ultimi possano creare qualche grattacapo a chi arriva con i minibus).
Reperire un alloggio economico a Tiraspol non è semplicissimo, poiché gli alberghi sono pochi e di buon livello visto che i turisti sono quasi inesistenti e si viene da queste parti principalmente per affari. Su internet è possibile trovare dei letti in simil-ostelli ospitati in appartamenti, che contattati per email si sono però rivelati chiusi, e anche l'unico ostello vero e proprio della città in quei giorni era chiuso per dei non meglio specificati problemi. Il gestore di quest'ultimo mi ha però gentilmente indicato come alternativa economica l'
Dopo un paio di ore e mezza di piacevoli paesaggi verdi e vallonati si arriva dunque alla stazione ferroviaria di Tiraspol, e la scena che mi si è presentata davanti è stata piuttosto inquietante. Di tutti i passeggeri del treno infatti, siamo stati solo in 3 a scendere (in molti erano però scesi alle stazioni prima del confine), ed inoltre la stazione era chiusa e deserta e si doveva uscire da un cancelletto laterale.
Fortunatamente il piccolo ufficio cambi, uno dei pochi posti dove potersi procurare della valuta locale, era ancora aperto, ma anche il piazzale antistante la stazione era vuoto e desolato; una delle persone scese con me mi ha inoltre consigliato di lasciar perdere l'unico taxi fermo nel piazzale poiché mi avrebbe truffato (e il tassista non aveva nemmeno un aspetto molto raccomandabile) e mi ha consigliato di proseguire lungo la strada in quanto poco più aventi ci sarebbe stata un agenzia di taxi (che però era già chiusa e quindi le persone che erano lì, che non sembravano molto raccomandabili nemmeno loro, ne hanno fatto chiamare uno col cellulare, previo pagamento di una piccola "mancetta"). Nonostante la situazione sia stata l'unica di tutto il viaggio in cui non mi sia sentito perfettamente al sicuro, si è in realtà risolta senza troppi contrattempi e senza nessun reale pericolo, e in pochi minuti un moderno taxi mi ha condotto al mio hotel.
Hotel Aist, un vecchio palazzone sovietico in ottima posizione nei pressi del fiume e vicino al centro. L'hotel era parzialmente in restauro e quasi vuoto, ma la camera all'ultimo piano era spaziosa e pulita, pur se con mobilio piuttosto vecchio e sprovvista di aria condizionata e wifi, e abbastanza economica (i circa 21 euro per la camera sono stati tuttavia il prezzo più alto da me pagato per l'alloggio in tutto il viaggio da Kiev a Roma, ma anche l'ostello, per un letto in camerata, ha prezzi simili).
La larga Sull'altro lato della strada invece si trovano il Museo Nazionale e il Cimitero degli Eroi, ovvero un memoriale con le tombe dei soldati morti nella guerra del 1992 che ospita anche un carro armato sovietico, seguiti da un parco che arriva fino al vicino fiume Proseguendo invece lungo
Tiraspol non è decisamente una città bella, e di cose da fare e da vedere non ce ne sono molte; la maggior parte dei viaggiatori si ferma in città solamente perché incuriosita dal fatto che il suo aspetto è ancora molto simile a quello che aveva in epoca sovietica, anche se ormai vi sono molti inserti di "modernità", con i palazzoni del regime, ora occupati dalla politica e dalla burocrazia transintriani, e i monumenti celebrativi inseriti in un tripudio di stelle rosse e di statue di Lenin e di altri statisti appartenuti all'Unione Sovietica.
Ulitsa 25 Ottobre attraversa tutto il centro cittadino da ovest a est, e la maggior parte dei punti di interesse e delle attività commerciali si trova su questa via. Alla sua estremità occidentale si trova il Palazzo Presidenziale, con una statua di Lenin davanti, mentre poco più avanti, preceduto da alcuni altri palazzi della politica, si apre la vasta Ploschad Konstitutii, più un parco che una piazza, al cui centro si erge il monumento ad Alexander Suvorov. Dnestr (o Nistro, da cui il nome Transnistria) solcato da un ponte pedonale che permette di arrivare alla spiaggia fatta di sabbia riportata dove gli abitanti si stendono volentieri a prendere il sole e fare il bagno. A fianco del ponte comincia un piacevole lungofiume pedonale alberato che passa anche di fronte all'hotel.
Ulitsa 25 Ottobre si incontrano, alcuni coperti dalla prima fila di palazzi, il Palazzo della Repubblica, il Museo dello Stato Maggiore, il Palazzo Generale dei Telefoni, la monumentale Casa del Soviet, ora municipio e con un'altra statua di Lenin davanti, il Teatro d'Arte Drammatica e, alla fine della strada, l'Università.
Sul lato settentrionale di Fuori dalla città andando verso Chisinau infine (si può ammirare dal bus), c'è da segnalare il modernissimo stadio, con centro sportivo, hotel superlusso, palazzetto dello sport ed enorme supermercato-centro commerciale, della Passeggiare per la città non è particolarmente piacevole, visto che di negozi non ce ne sono poi moltissimi (qualcosa da mangiare o da bere si può comprare agli spacci o in uno dei mercati, oppure, se li trovate, in uno dei supermercati Per lasciare Tiraspol alla volta di Chisinau bisogna tenere conto che l'unico treno è quello che parte da
Ploschad Konstitutii, attraversata Karla Marxa Ulitsa, sorge un insieme di moderni e piacevoli padiglioni, in parte ancora in costruzione, che ospitano il grande mercato cittadino, vicino al quale c'è una delle chiese principali della città, mentre lungo Sheriff: la squadra che domina da anni il campionato moldavo, di proprietà del famigerato magnate dei supermercati figlio dell'ex presidente della Transnistria: una visione piuttosto fuori luogo nel contesto generale. Ulitsa Lenina, la strada che riporta verso la stazione ferroviaria, si incrociano la fabbrica della Sheriff) e la gente in giro è abbastanza poca, tuttavia la popolazione locale si è rivelata piuttosto amichevole e cordiale, e se qualcuno parla inglese potrebbe anche attaccare bottone. Anche la sera non c'è molto movimento, ma qualcuno che passeggia lungo Ulitsa 25 Ottobre fermandosi in uno dei numerosi caffè o dei pochi fast food si trova sempre, e la sensazione è stata che, nonostante le prime impressioni appena sceso dal treno, la città sia sicura. Qualche ristorante, anche di buon livello, o fast food, appunto, per cenare si trovano lungo la via principale, tuttavia io ho cenato all'ottimo Odessa e passa quasi alle otto di sera, perciò il mezzo migliore diventa il minibus. Ne partono durante tutto il giorno dal piazzale della stazione, e in un'ora e mezza circa di viaggio, tra dolci colline e campi di girasole e mais, permettono di raggiungere comodamente la capitale moldava. Muzkafe, sulla parallela via Sverdlova, dove la cucina internazionale e il servizio erano buoni, l'ambiente carino e curato e ho potuto anche assaggiare un bicchiere di gradevolissimo vino bianco locale (per cui tutta la Moldova è famosa) e navigare col wifi. Kvint, un liquore tipico della zona (c'è anche uno spaccio della Kvint su Ulitsa 25 Ottobre), e il parco cittadino dedicato a Kirov con un'altra chiesa al centro.
Superata la città di Bender tuttavia (conosciuta anche come Tighina), che è abbastanza anonima ma con una scenografica fortezza che però non è visitabile poiché ospita le forze armate transnistriane, bisogna armarsi di pazienza e spiegare alla guardia di frontiera all'uscita della Transnistria che sul passaporto non c'è nessun timbro di entrata perché si è arrivati in treno e il soggiorno è durato meno di 24 ore (nel caso ci si fermasse di più bisogna andare in una sede della milizia per provvedere al visto). C'è da dire comunque che la guardia non ha insistito molto e quando ho insistito sul fatto che ero arrivato in treno da Odessa ha richiuso subito il passaporto e me lo ha riconsegnato. Le guardie dell'esercito della Moldova invece non fermano nessun mezzo poiché non riconoscono l'esistenza e l'indipendenza della repubblica di Transnistria e quindi per loro quello non è un confine (cosa che però comporta la necessità di farsi timbrare il passaporto in un ufficio di Chisinau).
Tiraspol non merita una sosta più lunga di qualche ora e, a meno che non vi sentiate particolarmente attratti dal visitare quello che forse è l'ultimo angolo di Unione Sovietica dall'aspetto quasi originale o vogliate spezzare il viaggio da Odessa a Chisinau (che comunque non è lunghissimo, ma il treno arriva nella capitale moldava quasi alle dieci di sera), potrebbe anche essere saltata senza troppi rimpianti.