È passata più di una settimana, ma il ricordo della finale vinta contro la russa Ariuna Zhargalova è ancora vivo: “sotto 5-1 pensavo di aver perso, prima della sfida l’avevo vista tirare nel campo di allenamento ed era praticamente perfetta, un recupero mi sembrava impossibile. Ma la prima freccia del quarto set non fu un buon colpo per lei, che rimase un po’ scossa e cominciò a concedere qualcosa. Io non avevo più nulla da perdere, mi sono rilassata e ho fatto la mia gara, fino allo spareggio”. Qui l’ultimo 10, per bissare l’oro del giorno prima.
“Il successo di squadra è stato altrettanto entusiasmante” continua Tatiana ripensando alla finale contro l’Ucraina, “eravamo in vantaggio, ci hanno recuperate e c’è stato un finale punto a punto. Hanno impiegato un po’ ad assegnare il punteggio delle ultime due frecce ma quando l’arbitro ha rivolto il braccio verso di noi è stata una gioia immensa; sono anche scoppiata a piangere”.
Forse l’arciera classe ’99 non credeva di arrivare così in alto quando intraprese la sua disciplina cinque anni fa, seguendo le orme della sorella per prendere parte ai Giochi della Gioventù, preludio delle prime gare nazionali. E probabilmente non ci sperava neppure all’inizio della stagione, quando come obiettivo si pose lo score di 550: “superai questo traguardo molto presto, alla Coppa dei Centri Giovanili” spiega, “da quel momento ho iniziato a tirare più tranquilla e il miglioramento è venuto da sé”. Dopo la qualificazione agli Italiani indoor di Rimini, già di per sé un grande risultato, sono arrivate in Romagna tre medaglie: l’argento di classe e negli assoluti e il bronzo assoluto a squadre. “Anche lì fu una prova perfetta, tirai molto bene anche contro avversarie più esperte e abituate a palcoscenici importanti, e mi guadagnai i Mondiali di Nimes”.
Con due mesi del genere alle spalle si è autorizzati a pensare in grande: “spero di ottenere il pass per le tappe della Coppa del Mondo juniores; anche se il top sarebbe partecipare alle Olimpiadi dei giovani di Nanchino, dal 16 al 18 agosto”. La strada intrapresa è quella giusta e Tatiana Andreoli ne ha già corsa un bel pezzo. Non rimane che continuare a percorrerla, freccia dopo freccia.