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Tito Tebaldi, lo Swansea Jack “born and bread in Parma”

Creato il 01 marzo 2014 da Soloteo1980 @soloteo1980

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Meggetland (Edimburgo) – La partita è finita da una buona mezz’ora, e i suoi Ospreys hanno, inaspettatamente per la maggior parte degli addetti ai lavori, perso contro Edinburgh.
La serata è fredda e abbastanza umida, nonostante il cielo sereno e la leggerissima shower pre-partita, ma la colpa va attribuita allo Union Canal, corso d’acqua che scorre dietro il Main Stand del Meggetland, ‘casa’ per una sera dei Gunners.

Forse è per questo, nonostante si sia ormai ambientato benissimo a queste latitudini, che Tito Tebaldi si ferma qualche minuto più degli altri sotto la doccia, per ristorarsi e ripensare a quanto di buono mostrato stasera, al di là del risultato finale.

Perdere una partita come quella di stasera non può lasciarci soddisfatti, perché Edinburgh ha meritato di vincere, preparando benissimo la gara, ma a noi serviva un successo e i punti persi qui potrebbero danneggiare la nostra rincorsa ai playoff. Le tre irlandesi stanno viaggiando a ritmi altissimi, Glasgow ha dimostrato di essere una squadra molto solida e noi siamo incappati in qualche piccolo ‘incidente di percorso’, come la partita di stasera. Personalmente, però, sono soddisfatto della mia prestazione, ma dovremo rivedere gli errori commessi con lo staff tecnico in settimana“.

Tito ha giocato quasi ottanta minuti, gestendo le avanzate degli Ospreys con calma e prendendo le decisioni migliori che il momento richiedeva. La prestazione generale della squadra, soprattutto nel primo tempo in fase difensiva, va effettivamente rivista, ma in ottica nazionale per Jaques Brunel arrivano buone notizie.

Negli ultimi minuti che ho fatto in campo sentivo di avere un po’ il fiato corto e questo mi serve per migliorare la gestione di me stesso; posso dire comunque che sono mediamente soddisfatto. E’ stata una grande gioia ricevere la chiamata della Nazionale italiana dopo quasi due anni e ho provato anche un po’ di orgoglio, perché significa che i risultati ottenuti con gli Ospreys e le mie prestazioni sono state in qualche modo premiate. Oltretutto, sono curioso di tornare in un gruppo da cui manco da tanto. Adesso siamo in un momento delicato, con due partite difficilissime da giocare nel 6 Nations in una situazione un po’ complicata. Tuttavia, l’eccitazione di tornare in gruppo prevale su tutto il resto, e posso garantire che mi presenterò al raduno col sorriso sulle labbra e assolutamente positivo“.

Tito si è ambientato velocemente nel nuovo ambiente, dopo aver lasciato Parma per il Galles, la prima volta così lontano da casa, nuove pressioni, nuove ambizioni, a giocarsi il posto di titolare in una delle squadre che, in ogni stagione, lottano per vincere il titolo.

Abbiamo fatto una preparazione estiva molto più lunga di quella cui ero abituato. Abbiamo cominciato nella prima metà di giugno e questo mi ha aiutato moltissimo nell’inserimento, perché ho avuto più tempo per assimilare i nuovi schemi e cominciare ad approfondire anche la conoscenza dell’inglese. Arrivando a Swansea da solo, senza fidanzata, sono stato costretto fin da subito a parlare in inglese e questo mi ha consentito di fare subito grandi miglioramenti. Soprattutto nel primo periodo, con Webb infortunato, c’era anche un po’ più di spazio e, nonostante mi sia dovuto guadagnare il posto, giocare con regolarità mi è servito tantissimo. Purtroppo, ho passato un periodo un po’ ‘così’, tra l’infortunio e qualche scelta tecnica ma fa tutto parte della crescita personale e della storia della stagione“.

Cosa mi piace di Swansea? E’ una città tranquilla, alle cinque del pomeriggio è già tutto chiuso e hai un sacco di tempo per pensare a te stesso e riposarti. Ci sono un sacco di bei posti da visitare, siamo vicini al mare e quello che mi manca dell’Italia, fuori dal campo, posso dire che l’ho decisamente compensato con quello che ho trovato in campo, perché sotto l’aspetto rugbystico sono due mondi completamente diversi. Anche quando mi alleno, ogni giorno, sono soddisfatto. L’arrivo in un grande Club, con la tradizione degli Ospreys, all’inizio ha fatto passare tutto in secondo piano. Adesso vedo le cose con più equilibrio ma resto soddisfatto della scelta fatta“.

Inevitabile, visto il momento delicato che sta attraversando il rugby dell’emisfero nord, un paragone tra la situazione gallese e quella italiana, in bilico tra il Pro12 e un campionato non ancora definito. “Però è davvero difficile comparare la situazione in Galles rispetto a quella italiana. Noi, siamo in bilico tra la Celtic League e la Premiership inglese, in Italia se salterà il Pro12 si tornerà a giocare in Eccellenza. Anche solo l’idea di giocare in Premiership è davvero entusiasmante. Siamo messi decisamente meglio“.

Impossibile dargli torto.

Matteo Mangiarotti


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