Magazine Diario personale
Per sviluppare la capacità di amare, occorre proporsi di cambiare in un dato tempo questa o quella abitudine. Imporsi di “cambiare” qualcosa in se stessi durante la vita, sviluppa una enorme forza di comprendere ed interessarsi al mondo, agli altri. Capire gli altri, “comprenderli” significa amare. Solo se capisco le necessità di un altro, cosa lo ha condotto nella sua biografia ad essere ciò che è, solo conoscendolo profondamente posso aiutarlo a migliorare il suo benessere interiore. E cooperare con un altro è amare. Ma questa capacità di “comprendere” che significa anche avere senso di “dedizione”, di dedicazione agli altri non nasce da sé. Va esercitata e praticata tramite forte autodisciplina. Se scegliamo di cambiare, di smettere di avere atteggiamenti che ci caratterizzano e che ci piacciono, se decidiamo di cambiare una nostra abitudine, questo comporta ovviamente una rinuncia iniziale. Ma tutto ciò che facciamo in piena coscienza, per scelta deliberata interiore ha un effetto rilevante sull’anima. La nostra centralità egoica interna viene attaccata e aumenta, si libera la nostra forza d’amore verso la periferia, l’esterno. Dopo aver operato dei cambiamenti (anche piccoli) in noi, diveniamo capaci di immergerci con più amore nel mondo, lo assaporiamo e lo comprendiamo (prendiamo con noi) in modo diverso. Questo tendenza a “cambiare” se stessi significa anche volontà di rinunciare a se stessi, alla propria autoaffermazione. Che non può essere mai un annullamento, un annichilimento. Chi pensa così non ha capito bene di cosa si tratti. Si tratta di una volontà di abbandonare le parti impure e basse di sé, allontanare da sé la necessità per le cose non essenziali. Perché si sa che non si è quelle cose. Distinguere se stessi dai propri desideri è l’inizio del tendere a purificarsi. In altri termini si deve decidere di “eliminare quella provvisoria e non essenziale parte di sé” come per liberarsi di un fardello poco utile al proprio progresso spirituale. Non si tratta di "eliminare" o mutilare qualcosa di sè: ma di trasformarlo in qualcosa di superiore: ciò che sembra perso dall'Ego, diviene conquista dell'Io"