Pensare che all'inizio mi rigiravo tra le mani qualche grandi di diffidenza: ancora un libro di Tiziano Terzani, a dieci anni dalla sua scomparsa? I diari, poi? Non sarà come voler dar fondo al pozzo?
Poi ho finito per acquistarlo, fosse solo per l'enorme gratitudine nei confronti di altri titoli. Ho finito di leggerlo e devo ricredermi: Un'idea di destino. Diari di una vita straordinaria (Longanesi) è un libro importante, direi un libro necessario per tutti coloro che nel tempo hanno incontrato Tiziano e che ora hanno occasione di ritrovarselo sul loro cammino: intendo il Tiziano autentico, non il Tiziano imbalsamato in un personaggio nel quale, con tutta probabilità, lui non si sarebbe mani riconosciuto.
Non so quale fosse la molla che lo portasse a consegnare se stesso alle pagine di un diario. Forse il bisogno di un dialogo con se stesso, non più appesantito e distorto da troppe altre voci. Ma insomma, qui dentro questo uomo c'è tutto, senza infingimenti, senza manipolazioni. C'è con le sue contraddizioni, le sue debolezze, le sue asprezze. C'è con le sue molte domande e con i tanti incontri che poi si sono riversati nei suoi libri. C'è con la sua malattia ma anche con la sua vita professionale, da cui credo si debba sempre partire.
Tiziano, per quanto mi riguarda, prima di tutto giornalista: ovvero uomo che per lavoro doveva interrogare il mondo e ascoltarne le risposte. E certo anche grande firma - e chi è giornalista sa quanto si tiene alla firma - che alla fine ha rinunciato perfino al suo nome.
Ma questo è il mio Terzani, il Terzani che il mio sguardo ha trovato su queste pagine. Sono sicuro che altri troveranno il loro Terzani, su queste stesse pagine.