Magazine Diario personale

Tizio e lo sportivo

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

E Tizio torna, puntuale come l’influenza di stagione. Lo fa ovviamente al lunedì mattina, quando hai meno voglia di parlare. Per fortuna non lo fa per parlarmi di talent show. Anzi, non so se sia una fortuna.
«Prendi il caffè?», chiede.
«No, sai che non bevo più caffè al mattino.»
«Ah già, sei allergico.»
«No, intollerante.»
«Sì, sì, celiaco.»
«Lasciamo stare.»

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Tace per un attimo. Spero che la pianti lì, mi lasci fare quello che devo e ritorni immediatamente al suo giornale rosa. La mia speranza muore subito, come quando compri un gratta e vinci. Speri per il tempo di grattare e poi puff, si torna da capo.
«Hai visto la classifica dei libri al (nome di supermercato)?»
«Non vado mai al supermercato, non ultimamente almeno.»
«Beh, c’è anche il libro (nome di un calciatore/tennista/sportivo, scegliete voi). Cosa mi dici?»
«In che senso?»
«Vedi che anche un (calciatore/tennista/sportivo) può scrivere un libro? E lui lo ha fatto con una casa editrice importante.»
«Sai che culo…»
Apre il giornale e me lo mette sotto al naso, indicandomi la pubblicità del libro sopracitato.
«Questa è pubblicità!»
«Invidia a mille…»
«Non sono stupidi. È gente che ci sa fare. Si è fatto la sua gavetta ed è stato scelto da una casa editrice, mica come te.»
«Su questo sono completamente d’accordo», rispondo girandomi verso di lui. Appoggio un gomito sul bancone. «Non hanno fatto come me. Loro sono stati selezionati.»
«Allora mi dai ragione, eh?»
«Certo. Quella è la tanto rinomata selezione di qualità che viene fatta. Non ci sono dubbi.»
«Non capisco se stai dicendo sul serio o no.»
«Ti spiego. C’è una frase tipo disco del venditore che…»
«Ferma, ferma. Un disco cosa?»
«Il disco del venditore. Te lo fanno imparare a memoria se devi lavorare in un call center e fai telemarketing. Una frase pronta all’uso quando fai le telefonate.»
«Esiste una cosa così?»
«Sì», rispondo. «Dicevo, c’è un disco del venditore usato da chi spera, difendendo l’editoria big, di entrare nelle loro grazie, e di vedere un giorno il proprio romanzo all’autogrill, vicino alla cassa. Sai dove ci sono i cd anni ’70 in offerta e i film che nessuno si caga a prezzi stracciati.»
«E qual è questa frase?»
«La volpe e l’uva.»
Tizio mi guarda stranito. «Cosa?»
«Sì, lo so, è una scemenza. Eppure ti dicono che devi aspettare che l’uva maturi e bla bla bla.»
«Non ho capito cosa c’entra con…»

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Sbuffo e roteo gli occhi al cielo. «Significa che io dovrei tenere il libro nel cassetto, dopo averlo inviato alle case editrici. Continuare a scrivere altro e aspettare anche per i lavori successivi. Prima o poi se il romanzo è valido verrà scelto da una casa editrice e finalmente finirò all’autogrill.»
Tizio ci pensa un po’ su. «Beh, è giusto no?»
«Sì, sì, come no. Chissà quanto ha aspettato il tipo che dici tu per essere pubblicato. Sicuramente decenni e decenni.»
«Questo è una caso diverso, dai.»
«Diversissimo. La realtà è che non funziona proprio così. Sennò certi libri non sarebbero mai stati pubblicati.»
«Di cosa parli?»
«Fai un esperimento. Entra al supermercato, prendi a caso un libro con una bella fascetta che assicura che ha venduto milioni di copie in cinque minuti. Leggilo e poi dimmi cosa ne pensi.»
«Lo farò.»
Sono io questa volta a rifletterci. «No, ho detto una cazzata. Lascia perdere.»
«Perché?»
«Perché mi sa che ti piacerebbe.»


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