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La Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic), autorità che garantisce i depositi delle banche fallite negli Usa, ha lanciato ieri la sua proposta per le “too big to fail”. In caso di default di un istituto di credito di grandi dimensioni, occorrono infatti misure specifiche per “smantellarlo” senza che tale operazione arrechi danni all’intero sistema.Ciò che va evitato, in particolare, è proprio l’effetto domino che si registrò nel settembre del 2008 in seguito al clamoroso crack di Lehman Brothers. «Gli azionisti e i creditori devono capire che sono loro che si assumono dei rischi, e non i contribuenti - ha sottolineato la presidente dell’agenzia, Sheila Bair, in un comunicato pubblicato ieri -. Per questo secondo i nuovi sistemi dovranno essere i creditori a far fronte alle perdite e non i capitali pubblici». Chi ha investito in una banca, dunque, dovrà accontentarsi dei limiti assicurati sui depositi, mentre le obbligazioni garantite da titoli di debito dello Stato americano saranno rimborsate al loro valore nominale. I possessori di azioni degli istituti falliti, inoltre, non potranno ricevere rimborsi più alti rispetto ai creditori “ordinari”, secondo una serie di criteri indicati dalla stessa Fdic. Non solo: le autorità potranno avvalersi anche della facoltà di richiedere indietro i rimborsi, qualora le somme recuperate non siano sufficienti a rimborsare i fondi forniti dal governo.
Dott Fabio Troglia
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