Questo è un tramonto sul Mar Morto. Un prato, una panchina, una brezza estiva che profuma di sale, le colline di Gerusalemme. Prima di essere su quel prato, su quella panchina, davanti a questo tramonto, ero qui.
In acqua, impegnata in una delle mie attività preferite: galleggiare. In genere, è molto più probabile trovarmi in acqua a galleggiare piuttosto che ad affannarmi in traversate oceaniche. Neanche in bracciate da vasca da bagno. Sintetizzando: sono una donna rilassata. La Giordania è stata la realizzazione di una disperata voglia di Medio Oriente, ormai perenne, galleggiare nel Mar Morto la realizzazione personale del principio di Archimede.
Uno specchio d’acqua a 400 metri sotto il livello del mare, il punto calpestabile più basso della terra. In israeliano Yam HaMelah, ‘il mare salato’, quello i cui sali vengono sfruttati per le grandissime proprietà terapeutiche, quello dei fanghi che rendono liscissima la pelle. Tanto liscia, garantisco. Questo basterebbe a spiegare la sua straordinarietà.
Chiariamo subito, il Mar Morto non è propriamente un mare, bensì un lago tra Giordania, Israele e Palestina 10 volte più salato dell’acqua marina e caratterizzato da una forte evaporazione che impedisce la formazione di qualsiasi forma di vita (di qui il suo nome). In passato le sue acque hanno ospitato niente poco di meno che Erode e Cleopatra, tanta roba insomma.
In un tour della Giordania la sosta benessere sulle rive del Mar Morto è imprescindibile. Dai trattamenti delle Spa ai bagni di sole benefici per il basso livello di raggi UV; e poi i fanghi, ricchi di calcio, magnesio e iodio: in gran parte delle strutture balneari si trovano pozze di fango in riva al mare. E quindi, in totale autonomia, ricopritevi di fango e lasciatelo asciugare per 10 minuti, dopodiché entrate in acqua. ‘Galleggiare’ nell’acqua più salata del mondo significa non riuscire ad avere il controllo totale del proprio corpo, significa sentire ogni minimo, microscopico taglietto presente sul nostro corpo (di cui ne ignoravamo ovviamente l’esistenza), significa evitare che una goccia d’acqua arrivi accidentalmente nei nostri occhi.
Il Mar Morto è tra le tappe di un bel tour in Giordania organizzato da Viaggi Giovani, tour operator con alla base una bella filosofia, ovvero quella dei “nomadi moderni”, viaggiatori che scelgono di volta in volta modi e stile del viaggio: a volte spartano e avventuroso, altre volte all’insegna di comfort e stile, sempre per misurarsi, fare esperienze e mettere in discussione certezze. Quello in Giordania è un tour che consiglio a chi cerca l’esperienza diretta con la gente locale e un programma di viaggio abbastanza libero; tra le tappe Amman, Jerash, Wadi Rum, Petra, Aqaba, Madaba e, ovviamente, il Mar Morto.
Se lì, magari al tramonto, magari verso sera quando si iniziano ad intravedere da lontano le luci di Gerusalemme, fuori dall’acqua, dentro l’acqua, su una panchina o in una piscina a sfioro. Ed è uno spettacolo unico al mondo, da godersi almeno una volta nella vita.
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