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To Rome With Love

Creato il 08 maggio 2012 da Af68 @AntonioFalcone1

To Rome With LoveNon amo i mezzi termini o i giri di parole, quindi esprimo subito il mio pensiero, come tale, ovviamente, opinabile: To Rome with Love, scritto e diretto da Woody Allen, è un gran brutto film, la cui unica valenza stilistica è rappresentata da un’abissale inconsistenza, confluente ben al di là dal considerare l’Urbe Eterna letteralmente come tale, immutabile nel corso dei secoli (o, almeno, dagli anni ’50 in poi), cristallizzata in una suggestiva fotografia (Darius Khondji) o valorizzare i tanti attori nostrani né più né meno alla stregua dei vari prodotti reclamizzati, alimentari e non, tanto da farmi pensare, a volte, che il carrello del supermercato avesse preso il posto della macchina da presa.

To Rome With Love
Il profondo senso di rammarico avvertito all’uscita dal cinema è infatti dovuto essenzialmente alla netta sensazione d’ essere di fronte alla classica occasione mancata, con la voglia dominante da parte dell’autore di risolvere il tutto sbrigativamente in una serie di episodi, quattro, introdotti dalla placida figura di un “pizzardone” romano sulle note di Nel blu dipinto di blu: certo un omaggio alla nostra “vecchia” commedia, il cui parallelismo è efficacemente ed elegantemente costruito, ma che lasciano ben presto il posto all’oblio, considerando la mancata caratterizzazione di ogni situazione o singolo personaggio, se non in chiave di omaggio citazionista, tra qualche battuta azzeccata e timidi accenni di graffi che avrebbero meritato maggiore affondo, come quelli rivolti ai giornalisti nell’episodio con Roberto Benigni “famoso per essere famoso”.

To Rome With Love
Hayley (Alison Pill), turista americana, conosce Michelangelo (Flavio Parenti). I due si innamorano e l’arrivo dei genitori di lei, la psicologa Phyllis (Judy Davis) e il regista d’opera in pensione Jerry (Allen), per l’ incontro tra le rispettive famiglie, rivelerà la sorpresa del papà del ragazzo, ottimo tenore solo sotto la doccia; da Pordenone giungono gli sposini Milly (Alessandra Mastronardi) e Antonio (Alessandro Tiberi), quest’ultimo grazie agli zii spera d’ assicurarsi un buon posto di lavoro, ma, complici la prostituta Anna (Penelope Cruz) e l’attore Luca Salta (Antonio Albanese), gli eventi prenderanno una piega diversa; il giovane architetto Jack (Jesse Eisenberg), incontra il maturo collega e nume tutelare John (Alec Baldwin), che gli farà da consigliere sentimentale nel gestire i rapporti tra la fidanzata e la sua squinternata amica (Ellen Page) da cui è affascinato; il buon borghese Leopoldo (Benigni) si trova improvvisamente coinvolto nel circuito dei famosi, tra interviste e frequentazioni d’alto bordo.

To Rome With Love
Allen cita il cinema italiano (la storia degli sposini è un mix tra Lo sceicco bianco ed Eritrea, un episodio de La mia signora) e se stesso (l’impresario Jerry, un condensato tra l’Alvy di Io e Annie e l’Isaac di Manhattan, Baldwin è ricalcato sul Bogey di Play It Again Sam), si offre, dopo un po’ di tempo, anche come attore, più stranito che imbolsito, distaccandosi da Freud per sostituirlo “con il palpeggio delle banconote fruscianti” e connota il film dell’ulteriore tocco ruffiano di note canzoni al ritmo dell’organetto, con il timore, il quale per fortuna si rivelerà infondato, che da un momento all’altro in qualche vicolo venga fuori il ristorante “da Tony” di Lilli e il vagabondo e relativo spaghetto al bacio.

To Rome With Love
Ciò che a mio avviso appare evidente è un certo scollamento tra i guizzi inventivi, l’ ironia, la specificità culturale ed artistica, insomma il “marchio di fabbrica” del buon vecchio Woody, presente solo a tratti, e quanto viene visualizzato nell’ottica dell’americano in ferie sabbatiche, che conosce l’Italia genericamente, attraverso quanto filtrato dai media o le pellicole, non solo italiane, del tempo che fu: il dubbio che ancora mi affligge è se questo distacco sia avvenuto consapevolmente o meno, magari, nel primo caso, in nome dei suddetti “dindi”, pur non cambiando il risultato, ma solo le modalità esplicative, di averci preso allegramente per il sedere. Galeotto fu Vacanze romane e chi lo diresse…

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