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"To Rome with Love" di W. Allen

Creato il 16 aprile 2012 da Luca Ottocento

L’attesa per l’ultima opera di Woody Allen, tra i critici italiani, era molta. L’assai prolifico cineasta statunitense, infatti, dopo le recenti esperienze lavorative a Londra (Match PointScoopSogni e delitti e Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni), Barcellona (Vicky Cristina Barcelona) e Parigi (Midnight in Paris), ha scritto e messo in scena una storia, questa volta corale, ambientata nella storica capitale italiana. E lo ha fatto seguendo sostanzialmente il punto di vista di una serie di personaggi americani che si trovano a Roma per studio, vacanza, diletto o, come nel caso della coppia interpretata dallo stesso Allen e da Judy Davis, per conoscere il fidanzato della figlia e la sua famiglia. Di conseguenza, è necessario premettere fin d’ora che la visione della città non può che risultare sostanzialmente ingenua e semplicistica. Il film sarà criticato per questo, con ogni probabilità anche aspramente, ma forse è stato ancor più ingenuo di Allen chi si aspettava dal film una visione profonda o particolarmente fedele della società e della vita romane, se non italiane più in generale.


Nonostante ciò e pur non essendo affatto ai livelli dell’ultimo Midnight in Paris, che si reggeva su un’idea di base ben più affascinante, oltre che forte, e nel quale la location parigina era utilizzata in modo assai più felice, To Rome with Love è un film comunque molto spassoso che, come accade sempre nei lavori di Allen, fa anche riflettere, per di più con una certa grazia e un’immancabile dose di seducente malinconia, sulla natura dei rapporti interpersonali che continuamente scandiscono lo sviluppo quotidiano della vita umana.Se negli ultimi anni ci sono stati sicuramente degli Allen migliori (oltre al già citato Midnight in Paris e alla vetta insuperata costituita da Match Point, si pensi a Basta che funzioni o allo stesso Vicky Cristina Barcelona), ad ogni modo, numerosi dialoghi e situazioni del suo nuovo lavoro sono esilaranti: diversi scambi dialogici tra i personaggi di Allen e della Davis o tra questi e i vari componenti della famiglia del fidanzato della figlia, una serie di momenti dell’episodio che vede protagonista Benigni, l’escamotage irresistibilmente comico della doccia, solo per dare qualche punto di riferimento.

L’intero cast risulta poi molto affiatato, da Alec Baldwin, Judy Davis, Penelope Cruz, Ellen Page e Jesse Eisenberg a Roberto Benigni, passando per gli altri interpreti italiani a cui viene riservato, a seconda dei casi, un ruolo di maggiore o minor rilievo ma che si dimostrano tutti all’altezza, a partire da Antonio Albanese, Alessandro Tiberi, Flavio Parenti e Alessandra Mastronardi. Anche Riccardo Scamarcio si fa notare in un piccolo, divertente cameo. Del resto, come spesso si palesa nei film diretti dall’ormai quasi settantasettenne regista newyorchese, è palpabile il piacere e il divertimento provati da ogni singolo attore nel partecipare al progetto. Le differenti storie che alimentano la narrazione, infine, si alternano (curiosamente senza essere destinate ad incrociarsi neanche per un attimo) con innegabili senso del ritmo e consapevolezza drammaturgica minimalista.

Una nota stonata e a tratti francamente piuttosto fastidiosa, invece, è legata al ricorso un po’ troppo disinvolto al product placament (in una scena del film, addirittura, Benigni esce dal cinema dopo aver visto La solitudine dei numeri primi: per quanto si possa verosimilmente pensare che ci si trovi di fronte ad un sincero omaggio di Allen e soprattutto non ci siano affatto prove del contrario, visto il contesto complessivo è lecito che sorga il dubbio che si tratti di una citazione su indicazione della Medusa, produttrice anche del film di Saverio Costanzo). Il film sarà distribuito dal prossimo venerdì 20 aprile nella bellezza di circa 600 sale italiane e in anteprima mondiale, visti l’ambientazione e il ruolo della Medusa in qualità di società coproduttrice. Negli Stati Uniti arriverà solo il 22 luglio, partendo in distribuzione limitata. Con ogni probabilità, perlomeno qui da noi, sarà un gran successo di pubblico.Pubblicato su Taxi Drivers


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COMMENTI (1)

Da Emeraldforest
Inviato il 17 aprile a 05:07
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Penso sia piuttosto tendenzioso fare un paragone con Midnight in Paris, film basato su un'unica idea: al massimo puoi fare un paragone con Harry a pezzi, oppure, per citare un altro autore, con America oggi di Altman. To Rome with Love è un film bellissimo: sono come quattro film insieme e sfido chiunque altro a fare un film così frizzante e così pieno di idee. Per quanto riguarda la superficialità della visione di Roma, sfido i romani a riconoscere tutti i vicoletti scelti con estrema cura e mesi di scelta delle location dove è stato girato il film. Per quanto riguarda quel poster, durante le riprese sono stati indecisi fino all'ultimo se mettere il poster di Baarìa, quindi è chiaro come si tratti di una questione che riguarda totalmente la Medusa e non Allen. Poi è una scena tagliatissima al montaggio che durerà massimo un minuto e mezzo, quindi ha un'importanza davvero relativa. Si sono visti product placemente molto peggiori, sinceramente. Ho come l'impressione che questo film piaccia ma che se ne debba per forza parlare male per qualche motivo che ancora non ho capito!