di Terrence Malick (USA, 2012)
con Ben Affleck, Olga Kurylenko, Rachel McAdams, Javier Bardem, Romina Mondello
VOTO: **
La risposta probabilmente non l'avremo mai, o forse è dentro ognuno di noi, in base alla propria sensibilità e formazione cinematografica. Certo è che questo To the wonder appare ancora più 'estremo' di The Tree of Life per capacità di fruizione: due ore di autentico delirio visivo, dove Malick rovescia sul (malcapitato?) spettatore una quantità industriale di immagini surreali e ripetitive, apparentemente (?) scollegate l'una dall'altra, e lo stordisce con dialoghi minimi e ai limiti del paradosso: è già 'cult' l'unica battuta pronunciata (in italiano!) nei suoi unici 4 minuti di scena da Romina Mondello, una delle tante attrici 'sfigurate' dal montaggio definitivo: "Io sono l'esperimento di me stessa". Ma va detto che anche agli attori protagonisti non va molto meglio: tra Ben Affleck, Olga Kurylenko, Rachel McAdams e Javier Bardem, alla fine nessuno di loro pronuncia più di cinquanta parole in tutto il film! La penna 'avvelenata' di qualche critico ha anche scritto che se, per errore, un proiezionista montasse le 'pizze' al contrario, ovvero prima il secondo tempo e poi il primo, non se ne accorgerebbe nessuno...
Olga Kurylenko e Romina Mondello, a Venezia
La verità è che Malick sembra aver perso completamente ogni interesse verso la comunicazione con lo spettatore. Forse lo fa in buona fede, forse è il suo modo attuale di fare cinema e non sa farlo in altro modo. O forse disprezza proprio lo spettatore-medio, non ritenendolo all'altezza dei suoi lavori e fregandosene di ogni logica produttiva e commerciale. Forse.Però una cosa è certa: il cinema è cosa diversa dalla musica, dalla letteratura, dalla poesia e dalla pittura, e Malick non sembra più rendersene conto. Il cinema, a differenza di un libro o di un quadro, 'vive' se c'è un contatto con il pubblico, 'esiste' se ci sono gli spettatori in sala. Perchè un film proiettato in una sala vuota è un film che non esiste. E se Malick intende infischiarsene del pubblico, proseguendo per la sua strada, non sarà più un regista. I suoi lavori saranno sempre arte, ma il cinema è un'altra cosa.