Togo / Censimento elettorale ma non c'è libertà d'espressione

Creato il 15 marzo 2013 da Marianna06

L’operazione di censimento elettorale, che comincia nella giornata di domani ed è coordinata dalla Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni), dovrebbe terminare il suo compito presumibilmente entro il prossimo 15 aprile.

Si tratta di organizzare in Togo, finalmente, sia le elezioni legislative che quelle amministrative locali che, per altro, dovevano già essere state fatte nello scorso autunno e le cui date sono al momento ancora da definire per tutta una serie di ragioni.

I ritardi sono dovuti principalmente a molteplici manifestazioni della stampa libera, stampa che non accetta affatto le ripetute censure e le imbeccate imposte dal potere politico vigente.

E che, a giusta ragione, protesta.

Manifestazioni contrastate, com’è ovvio, dalle forze di polizia e dell’esercito con le conseguenze di una grossa quantità di pestaggi barbari e di arresti arbitrari in tutto il Paese nei confronti di chi si permette di dissentire.

Ne ha fatto più volte le spese, e anche a caro prezzo, il famoso collettivo autonomo “Salviamo il Togo”.

Proprio ieri, ad esempio, i giornalisti indipendenti tutti si erano dati pacificamente appuntamento sul lungomare di Lomé.

Quando  un noto presentatore televisivo, nonché sindacalista, che parlava in difesa proprio della libertà di stampa, è stato all’improvviso aggredito e ferito malamente.

Nessuna libertà d’espressione, nel paese che sappiamo essere il feudo di Faure Gnassingbé, equivale pertanto ad assenza totale di democrazia, di cui non mancano certo le prove e  le testimonianze.

E le giovani generazioni, che piuttosto hanno urgente necessità di realizzarsi e di realizzare il proprio avvenire in un paese libero (e che lo sia soprattutto politicamente), non ci stanno.

Pertanto è in corso una “giornata senza stampa”.

Nelle edicole da martedì  c’era solo “Togo Presse” e poi altre tre testate filogovernative.

E le radio indipendenti continuano a trasmettere, per protesta, solo musica.

E’ terribilmente vergognosa, infatti,  quella legge approvata da un parlamento ben addomesticato dal suo padre-padrone e che consente ampi poteri all’Alta autorità dell’audiovisivo e della comunicazione (Haac), espressione sfacciata del potere costituito,tagliando fuori, in questo modo, il Togo (e la sua gente) dalla possibilità di usufruire di un’informazione critica e il più possibile obiettiva.

Come accade in tutti i paesi civili e democratici.

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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