Nel piccolo Togo,nel mese di maggio (9-18) , si terrà il" Festival delle penne francofone".
Si tratta di numerosi incontri, che si svolgeranno tanto a Lomé, la capitale, quanto a Kara, altra importante città del Paese, nelle piazze, nei teatri, nelle scuole, per consentire a degli scrittori africani di lingua francese , da tempo affermati, di entrare in contatto con il grosso pubblico di ogni età e dialogare con esso.
Gli scrittori discuteranno con i loro interlocutori , ad esempio,dell'importanza del ruolo della famiglia, di cosa è significato il genocidio del Rwanda del'94 e la conseguente diaspora e di tutti quei viaggi ed esplorazioni, che hanno interessato da sempre il continente africano.
Tra i nomi importanti, partecipanti al festival, si segnalano Sami Tchak, Jean Divassa, Kagni Alem e Nocky Djedanoum.
Sarà tuttavia presente, anche se scrittrice anglofona, Irene Abiola, che ha insegnato nell'università di Harvard e attualmente è docente in quella nigeriana di Kwasu.
L'evento riveste una grande importanza ,specie per quella gioventù togolese, che vede nelle sollecitazioni culturali un valido strumento per afferire dalla porta principale ai ruoli guida nel proprio Paese e non solo.
Ma è comunque, anche per gli adulti, uomini e donne, l'opportunità di una seria riflessione su ciò che è stata, è e potrebbe divenire l'Africa del futuro.
Perché il nuovo, l'avvenire, un futuro veramente democratico, non si può costruire ,in nessun luogo, senza la con0scenza del passato. Errori inclusi. Se mai ci sono stati.
E la cultura, in questo caso la letteratura, è sempre il supporto giusto. Anche in Togo.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)