In questi giorni di fine giugno la "piazza" in Togo è veramente incandescente, tanto nelle diverse cittadine che a Lomé, la capitale, e la protesta della gente contro il Governo è generalizzata.
Ci sono moltissime promesse fatte dall'alto ,troppe, e non mantenute.
Ci sono esigenze sacrosante evidenziate a più riprese dalle giovani generazioni come, ad esempio, gli studenti universitari.
Ossia il diritto sacrosanto di avere docenti competenti e...non scelti tra gli amici degli amici.
Aule ed attrezzature all'altezza del compito.
Esami fatti con serietà... e si potrebbe, in merito, continuare all'infinito.
C'è inoltre una sanità che definirla tale è volerle fare semplicemente la" vignetta", proprio come si dice dalle nostre parti.
Salvo poi vedere con i propri occhi oppure venire a sapere che la lobbie politica locale va a curarsi all'estero in caso di necessità e di urgenza.
E poi però, particolare non trascurabile, le pance dei togolesi onesti sono sempre più vuote, come accade nella Prefettura di Vo.
La Prefettura di Vo, infatti, per quanto sia un territorio ricco di minerali pregiati nel sottosuolo, come i fosfati, ha un elevatissimo numero di disoccupati tra i suoi abitanti.
In fondo in Togo si protesta perché si chiede lavoro, istruzione e sanità.
Tutte priorità assolute per una vita da vivere con dignità di persona.
Ma il presidente togolese Faure Gnassingbé Fyadéma, di cui conosciamo bene le modalità utilizzate per farsi rieleggere nel marzo 2010, fa comunque orecchie da mercante.
Incurante delle proteste della piazza, egli vuole addirittura, a quanto pare, attribuirsi maggiori poteri decisionali nel campo della giustizia.
Ma quasi certamente, quando la pazienza della gente sarà davvero esaurita, assisteremo, ahimé, all'ennesimo "golpe" africano.
E ci auguriamo, stavolta, che avvenga, piuttosto, senza troppo spargimento di sangue.
Con modalità, il più possibile, da cammino democratico in "fieri".
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)