Magazine Cinema

ToHorror Film Festival: Gli Occhi di Lorenzo Bianchini

Da Soloparolesparse

Tempo di ToHorror Film Festival a Torino (qui trovate la mia intervista al direttore artistico).
Tra gli eventi speciali, ieri sera spiccava Lorenzo Bianchini che nel 2004 vinse il ToHorror con Custodes bestiae, e che quest’anno è tornato come ospite per presentare il suo nuovo Occhi.

ToHorror Film Festival: Gli Occhi di Lorenzo Bianchini

Gabriele è un restauratore di affreschi che accetta un grosso lavoro in una villa nei pressi di Udine.
Nella villa, in cui vive solo un custode decisamente fuori di testa, ci sono affreschi di valore e opere inquietanti di un autore sconosciuto: il figlio dell’ultima famiglia che lì ha vissuto.

La villa, è evidente, nasconde dei segreti. Qualcosa si cela nella storia dell’ultima famiglia che l’ha abitata.
Gabriele, insieme all’amica Anna, pian piano scoprirà nuovi indizi ed inquietanti particolari.
In particolare pare proprio che qualcuno abbia cavato gli occhi a tutti gli affreschi della villa.

Il film di Bianchini è una produzione indipendente di altissimo livello qulitativo e stilistico. Rimane un mistero come l’autore riesca ad ottenere questi risultati con i budget che ha a disposizione.

Occhi è (volutamente?) lentissimo e silenzioso. Ma se questi tempi dilatati rendono difficile restare attaccati alla vicenda nella prima parte, diventano clamorosamente adatti alla seconda, quando la tensione sale decisamente e ci aspettiamo la sorpresa dietro ogni porta graffiata, dietro ogni armadio spostato, dietro ogni finestra chiusa.

ToHorror Film Festival: Gli Occhi di Lorenzo Bianchini

La costruzione del climax è resa efficace dagli indizi sparsi ad arte nel corso della vicenda.
Occhi cancellati, porte graffiate, scritte sugli specchi e quel “non guardare” che ritorna in maniera insistente.
E non mancano le soluzioni classiche “da paura” con personaggi che attraversano corridoi o sbucano dietro una porta, personaggi che hanno anche il merito di arrivare da tempi diversi quando le vicende (e le personalità) dei due protagonisti si fondono con quelle di chi ha abitato la casa prima di loro.

E grande merito va a Sofia Marques, dotata di un corpo fortemente espressivo, e soprattutto a Giovanni Visentin, davvero bravo a rendere l’evoluzione del personaggio, la preoccupazione, il terrore, la fusione col mistero e con la casa stessa.

Ultima nota per alcuni riferimenti che mi sembrano evidenti a pellicole del passato, su tutte a Profondo Rosso con la villa disabitata, gli affreschi che nascondono segreti dietro l’intonaco e addirittura un Natale di tanti anni prima come data simbolica.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :