Lei oggi ci parla di un genere letterario molto caro a Tolkien...
TOLKIEN E LE FIABE
Spesso
sentiamo parlare di fiabe e fantastico come se fossero qualcosa da
denigrare, qualcosa di infantile ormai superato che non ha alcun
merito letterario o peggio, che non merita la nostra minima
attenzione. Molto spesso, da amante del genere, mi sono sentita
rivolgere critiche o la classica domanda: “Ma non sono libri per
bambini?”.
No,
o meglio, non solo. Le fiabe non sono nate come storie per i bambini,
ma in origine erano la fonte della conoscenza e ancora oggi hanno un
grande valore che purtroppo abbiamo smesso di vedere, presi come
siamo da una vita in continua fretta. Ma a cosa servono le fiabe?
Sono semplicemente un modo di evadere dalla realtà, di fantasticare
e credere nelle fate e nei draghi? Come dice Chesterton “Le
fiabe non raccontano ai bambini che i draghi esistono. I bambini
sanno già che i draghi esistono. Le fiabe raccontano ai bambini che
i draghi possono essere sconfitti.”
ed è questo il più grande insegnamento che possiamo dargli. Le
fiabe infatti erano fondamentali quando non c'erano televisioni e
giornali, quando l'unica fonte del sapere erano i racconti degli
anziani. Spesso fiabe da ogni parte del mondo, ricalcano gli stessi
elementi per cui possiamo capire che ogni personaggio e situazione
avevano scopi ben specifici e si trattava di archetipi destinati ad
arrivare al nostro subconscio per permetterci di capire meglio la
vita e i suoi cambiamenti.
"E’ stato nelle fiabe che, per la prima volta, ho scoperto la potenza delle parole e la meraviglia di cose come la pietra, il legno, il ferro, la casa, il fuoco, il pane e il vino." (Tolkien)Ogni fase della vita era segnata da un passaggio, cosa che oggi manca. Siamo in balia di un presente che non ci permette di avere punti saldi e percepire il tempo che scorre.
Molti non desiderano leggerlo perché si tratta di storie surreali, dimenticando che il fantastico ha in sé tutto il reale in quanto la migliore fantasia nasce da una profonda conoscenza della realtà, perché “La fantasia è una naturale attività umana, la quale certamente non distrugge e neppure reca offesa alla Ragione, nè smussa l'appetito per la verità scientifica, di cui non ottunde la percezione. Al contrario piu acuta e chiara è la ragione, e migliori fantasie produrrà” (Tolkien)Quando noi ci accingiamo a leggere una fiaba ci troviamo più livelli di lettura, uno consapevole in cui ci troviamo meravigliati da un mondo fantastico e pieno di magia, un altro che ci emoziona per l'analogia con la nostra realtà e infine un altro che arriva direttamente al cuore senza passare per la mente. Tolkien teneva molto a legittimare le fiabe e ridargli il loro posto privilegiato nella letteratura, tanto da scriverne un famoso e bellissimo saggio “Sulle fiabe” che ne illustra gli aspetti, l'origine e i significati.
Anche
la Società Tolkieniana Italiana, di cui faccio parte da diversi
anni, si impegna molto su questo campo nella speranza di far
conoscere il mondo di Tolkien perché la lettura delle sue opere è
un'esperienza unica che non può essere rilegata a una nicchia. Il
nostro impegno come soci è di far conoscere questo autore per
annullare i pregiudizi e dargli il giusto valore che in Italia non ha
mai goduto di grande fama dalle persone che al contrario avrebbero
dovuto leggerlo, comprenderlo e apprezzarlo. Attraverso studi,
incontri, conferenze, pubblicazioni e manifestazioni, promuoviamo
l'amore per la letteratura, per il fantastico e per il mito perché
chiunque si accinge e leggere le opere del Professore, entra in un
mondo unico e meraviglioso di cui non potrà più fare a meno.
"Desideravo draghi con tutto il mio cuore; naturalmente, peritoso com’ero, non mi auguravo di trovarmeli nei dintorni. Ma il mondo che comprendeva un Fàfnir, sia pure soltanto immaginario, era più ricco e più bello, per quanto pericoloso fosse." (Tolkien)J.R.R. Tolkien ha il dono del subcreatore, il suo mondo è così ben costruito che non possiamo che sentirlo reale e vivo. La finzione è presto svanita e noi possiamo compiere un percorso personale, educativo, spirituale e culturale attraverso le avventure vissute con i personaggi delle sue storie. Una volta finito un suo libro, rinasciamo arricchiti di una luce nuova, come se avessimo ritrovato la fonte del nostro io più profondo. Non è solo una lettura, ma magia che prende corpo e noi siamo ombre che trovano il loro posto nel libro.
“La caratteristica peculiare della "gioia" in un riuscito lavoro di fantasia può essere designata quale un improvviso balenare della realtà o verità sottesa. Non si tratta soltanto di "consolazione" per i mali di questo mondo, bensì di soddisfazione, di una risposta alla famosa domanda: "è vero?" La risposta che ho dato ad essa poc'anzi è stata (e con piena legittimità): "Se avete costruito bene il vostro piccolo mondo, sì. E' vero in quel mondo.” (Tolkien)
La fiaba può insegnare molto e donare molto ed è un dono dei saggi da donare ai bambini, ma non come loro esclusiva perché il suo fascino è eterno e universale.
"Una delle lezioni delle fiabe (sempre che si possa parlare di lezioni a proposito di qualcosa che non monta in cattedra) è che il pericolo, il dolore e l’ombra della morte possono impartire dignità, a volte addirittura saggezza, a giovani inesperti, infingardi ed egoisti." (Tolkien)
Voi cosa pensate delle fiabe? Siete d'accordo con Reina?





