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Tolkien, Lenin, Hitler, Ugo Fantozzi e i cinesi

Creato il 30 marzo 2011 da Mcnab75
Tolkien, Lenin, Hitler, Ugo Fantozzi e i cinesi

Un paio di voi mi hanno segnalato privatamente, e quasi in contemporanea - beata sincronicità! -, una serie di articoli scritti dal collettivo Wu Ming riguardanti Tolkien.

O meglio: riguardanti la sua appartenenza ideologica/politica. Potete trovare più o meno tutti questi articoli cercando semplicemente l'abbinamento dei due nomi appena citati (preferisco non linkare).

Ora, leggetene qualcuno (tutti credo sia impossibile) e ditemi voi se...

 

... non c'è da spaccarsi i marroni da qui a qualche galassia attigua.

 

Voglio dire, il resto della civiltà occidentale se ne sta là fuori, a tentare di produrre qualche romanzo di genere decente, tra le tante porcherie che pur circolano, e qui noi – dove per “noi” intendo i Wu, siamo ancora al punto di tirare il buon J.R.R. a destra o a sinistra. Tolkien è l'idolo dei fascisti, no, dei comunisti, no, degli ecologisti, no, dei cattolici.

Ok, la critica e l'approfondimento ci stanno, anzi, sono sacrosanti, ma è davvero inconcepibile che in Italia non riesca mai ad andare oltre il tifo politico, oltre all'appartenenza in stile curva calcistica. Se qualche ragazzotto senza altri interessi nella vita vuole continuare a pensare agli orchi come a una metafora dei nazisti, oppure ai richiami celtici del Signore delle Anelli come a un'esaltazione della Germania pagana, beh, che lo faccia. Dobbiamo star qui a menarcelo ancora per tanto?

Sono solo io a trovare stucchevole questa diatriba?

 

Che poi, parliamo di questa tendenza ad attribuire significati occulti a opere (romanzi, film) che magari ne hanno molto meno del previsto. Lovecraft e i richiami (occulti) alla vagina. Tolkien e i richiami (occulti) al nazismo. Rudyard Kipling e le lodi (occulte) al colonialismo. Tutti spunti e interpretazioni che forse ci stanno, ma che spesso e volentieri vengono strumentalizzate dal solito imbraccatacarte di parte. Quelli che, ragionando in questo modo, giudicano "nazista" chi scrive un racconto sui nazisti etc etc.

Perché in Italia sono di parte anche quelli che scrivono e disegnano fumetti, i cronisti di calcio, i reporter di cronaca rosa e gossip. Nulla sfugge a questa logica perversa, a questa politicizzazione del nulla.

Mentre, come già dicevo, là fuori continuano a produrre e a sperimentare, noi stiamo qui a guardare le ragnatele sui muri e a disputarci le mummie di scrittori morti da decenni.

 

A tutti questi fini parlatori del nulla – sia chiaro, non solo ai Wu Ming – vorrei dedicare l'immortale dichiarazione del ragionier Ugo Fantozzi (qui, se non riuscite a visualizzare il video).


 


 


 

Credo non sia difficile capire come questa grandiosa scena del cinema italiano sia concepita proprio come atto di sberleffo di un certo modo di fare snob e pretenzioso, tipico degli “intellettuali per professione” del Belpaese.

Meglio Fantozzi che non tutti questi articoli su Tolkien a base di aria fritta e politichese.
PS: Se desiderate leggere un articolo non banale ma al contempo sobrio su Tolkien, vi consiglio di rivolgervi al mio vicino di casa.
 


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