PC - PS4 - Xbox One
Livello di Attesa
8.5
Genere: Sparatutto
Sviluppatore: Ubisoft Montréal
Produttore: Ubisoft
Distributore: Ubisoft
Lingua: Italiano
Giocatori: 10
Data di uscita: 2015
Durate un E3 può succedere di tutto. La fiera di Los Angeles negli anni ci ha regalato numerosi momenti in grado di coprire tutto l’arco delle emozioni umane. Passando dall’apice del trash come la presentazione di Mortal Kombat 3, dove Ed Boon e soci ingaggiarono figuranti per realizzare dal vivo uno dei combattimenti più brutti che si siano mai visti, fino a bombe inaspettate come The Last of Us o Watch Dogs. Anche in questo E3 ormai passato, a cui ha fatto seguito l’interessante Gamescom 2014, caratterizzato da alti e bassi, ad essere sinceri più bassi che alti, Ubisoft ha provato a conquistarsi il titolo di regina della fiera presentando un titolo inaspettato in grado di far saltare dalla sedia tutti i giocatori con qualche primavera in più sulle spalle.
Una casa, un gruppo di terroristi ha preso un ostaggio, sono armati fino ai denti e non hanno problemi a fare fuoco. Dall’altra parte cinque agenti di nazionalità diversa si calano sul tetto dell’abitazione e si preparano ad una complicatissima operazione di soccorso. Sono passati solo pochissimi minuti, ma i fan hanno già capito di cosa si tratta: Rainbow Six è tornato. Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, Rainbow Six è una serie nata originariamente dalla penna di Tom Clancy, famosissimo scrittore americano scomparso nell’autunno del 2013. La produzione si è guadagnata il favore dei fan attraverso giochi che evitavano il classi approccio casinista che tanto va di moda oggi negli FPS, per proporre un gameplay ricco di strategia dove l’importanza del lavoro in squadra è sempre superiore alle abilità dei singoli. Vediamo insieme tutto quello che siamo riusciti a scoprire sul prossimo sparatutto made in Ubisoft.
Sono passati sei anni da quando Rainbow Six: Vegas 2 uscì su quasi tutte le piattaforme dell’epoca, conquistandosi l’ambivalente plauso della critica e del pubblico. Il gioco era una piccola perla con missioni non lineari e una richiesta strategica quasi unica nel mondo delle home console. Dal 2008 a oggi però il mercato è profondamente cambiato, Assassin’s Creed ha preso il posto di Splinter Cell e le missioni dei sei specialisti si sono perse nel nulla. Fortunatamente Ubisoft ha deciso di dare nuova linfa vitale ad una serie che ingiustamente sembrava destinata a scomparire. Una regola non scritta del game design dice che in un titolo cooperativo, aumentando il numero di giocatori, deve diminuire la qualità della prestazione che si potrà richiedere. Per tale motivo un raid da quaranta persone sarà più semplice di uno da dieci e allo stesso tempo se si avrà un numero enorme di sodati bisognerà imporre obiettivi meno impegnativi rispetto a quanto accadrebbe con una squadra ridotta. Tom Clancy’s Rainbow Six: Siege abbraccia questa idea e propone scontri 5vs5 dove ogni giocatore dovrà sapere esattamente cosa fare e quando farlo, visto che la strategia e la collaborazione saranno il perno principale di tutta la produzione. Partendo da tale idea gli sviluppatori di Ubisoft Montreal hanno deciso di adottare un gameplay sì frenetico ma molto meno dettato dalla casualità rispetto ad altri giochi. All’interno di mappe relativamente piccole dovremo ingaggiare furiosi scontri a fuoco senza però dover correre da un punto all’altro del campo di gioco, abbattendo tutto ciò che si muove. Per il momento Ubisoft è stata molto reticente a rilasciare nuove informazioni su quello che potrebbe essere un degli sparatutto più caldi del prossimo anno. Partendo dal presupposto che sicuramente ci saranno tutte le modalità di gioco classiche di questo genere, la casa di Montreal ha voluto mostrarci il potenziale di ‘Estrazione’, tipologia che ricorda molto una versione più tattica del team deathmatch. Divisi in due squadre, tra rapitori e incursionisti, le partite – che andranno al meglio dei tre round dalla durata di tre minuti ciascuno - vedranno i giocatori impegnati nel difendere e nel tenere possesso di un ostaggio, ovviamente per ragioni differenti.
La vera novità di Rainbow Six Siege sarà rappresentata dalle mappe completamente distruttibili che ci permetteranno di creare nuove vie per raggiungere l’obiettivo. Alcune assi bloccano la nostra visuale? Nessun problema, un paio di colpi di fucile, non troppi se non vogliamo rimanere esposti, ed avremo una perfetta visuale sulla stanza. Il nemico si trova sotto di noi e sorveglia la scala? Una bomba può creare una nuova via di accesso per una incursione a sorpresa. Allo stesso tempo avremo anche la possibilità di “creare”, potremo infatti erigere barricate, bloccare le finestre e posizionare filo spinato per rallentare gli avversari o sigillarci in una stanza nella speranza che il timer della partita raggiunga lo zero. Il nuovo FPS di Ubisoft monteral prende a piene mani dalla filosofia sandbox di Minecraft, tanto costruire quanto distruggere sarà estremamente immediato e intuitivo. Rainbow Six: Siege si limiterà quindi a dare ai giocatori tutti gli strumenti per trovare una strategia a loro congeniale e attuarla. Attraverso bombe e proiettili potremo scavare buche da usare per le nostre incursioni o per prendere alle spalle un nemico che non ha capito come questo non sia un gioco per camper. Entrambe le squadre disporranno di una buona dose di gadget, non tanto con scopo offensivo quanto in grado di fornirci utili informazioni, quindi telecamere a circuito chiuso o droni spia. La raccolta delle informazioni preliminari e in-game avrà un ruolo fondamentale nella dinamica del gioco, starà ai giocatori più bravi capire come usare tutti i dati a disposizione per preparare agguati ai nemici. Non possono mancare le classi, in questo caso tre per ciascuna squadra: ‘Assaulter’, ‘Breacher’ e ‘Point Man’, mentre dall’altra parte troviamo ‘Trapper’, ‘Sentry’ e ‘Protector’. Ogni classe potrà contare su uno specifico equipaggiamento, formato da due armi, un’armatura e due differenti gadget a seconda del ruolo che dovremo interpretare. Sorgono alcuni dubbi sulla durata dei match, la scelta di tre minuti sicuramente obbligherà i giocatori a prendere decisioni rapide, ma allo stesso tempo potrebbe limitare l’aspetto strategico che da un gioco del genere ci si aspetta. Ubisoft Montreal è evidentemente alla ricerca di un giusto bilanciamento tra strategia e immediatezza.
In ogni caso, Tom Clancy’s Rainbow Six: Siege al momento non pare avere nessuna voglia di diventare un “simulatore”, l’immediatezza è risultata evidente fin dal primo trailer mostratoci all’E3, nonostante questo gli sviluppatori non sembrano intenzionati ad abbandonare del tutto l’aspetto skill-based del gioco. Per i sei specialisti di Tom Clancy c’è in attesa un futuro complicato, se tutta la generazione che lentamente si sta concludendo è stata dominata dal genere degli FPS il futuro parrebbe essere un pochino meno affollato, ma decisamente più selettivo. In questi anni numerosi giochi si sono scontrati per la corona degli sparatutto e i pochi rimasti fanno oramai parti della vita quotidiana di moltissimi gamer. Entrare in questo contesto estremamente serrato è complicato e Ubisoft Montreal lo sa bene, per questo Rainbow Six: Siege fin dall’uscita dovrà essere un titolo ricco di contenuti, ma soprattutto il più possibile diverso da tutti gli altri.
Tom Clancy's Rainbow Six: Siege pone davanti a sé un obiettivo estremamente ambizioso: entrare in un mercato tanto chiuso quanto competitivo e sfidare i leader dimostrando che gli FPS per essere divertenti non devono per forza avere tonnellate di perk assurde o la mira assistita. Naturalmente, la data di uscita è ancora molto lontana e realisticamente è probabile che passerà minimo un anno prima del giorno in cui potremo mettere le mani sulla versione definitiva, quindi tutto può ancora cambiare. Nonostante questo, il curriculum degli sviluppatori ci lascia ben sperare e Rainbow Six: Siege potrebbe davvero essere la ventata di aria fresca di cui il genere sparatutto ha disperatamente bisogno.