Tom Petty & the Heartbreakers (1976)

Creato il 13 settembre 2013 da Zambo


Nel 1974 i Mudcrutch, eroi locali sulla scena di Gainesville in Florida, intrapresero un viaggio per Los Angeles alla ricerca di un contratto discografico. Avevano con sé un nastro registrato artigianalmente da presentare ai talent delle case discografiche. Furono rifiutati solo dalla prima etichetta a cui si rivolsero, incautamente la Playboy records. Trovarono interesse alla Capitol, e furono molto vicini a firmare per la London, quando furono contatti telefonicamente da Danny Cordell. Danny era un produttore inglese, quello di A Whiter Shade Of Pale, il grande successo londinese dei Procol Harum nell’estate del ’67, e With A Little Help From My Friends di Joe Cocker. Danny si era trasferito a vivere negli USA dove assieme al pianista Leon Russell aveva fondato un’etichetta indipendente, la Shelter. L’etichetta aveva sede a Los Angeles ma gli studi di registrazione a Tulsa in Oklahoma, a casa di Russell. Fra gli altri artisti, della scuderia Shelter facevano parte J.J. Cale ed il bluesman Freddie King. Denny si dichiarò entusiasta del nastro che aveva sentito e diede ai Mudcrutch un anticipo abbastanza buono da convincerli a firmare un contratto. La band si spostò a Tulsa per registrare un singolo, Depot Street / Wild Eyes, che però venne ignorato dal pubblico. A questo punto la Shelter si dichiarò interessata a confermare il contratto al solo leader del gruppo, Tom Petty, che evidentemente non rifiutò la proposta dal momento che in quell’occasione la band si sciolse e gli altri cinque musicisti, Mike Campbell, Benmont Tench, Danny Roberts, Randall Marsh e Charlie Souza tornarono a casa. Ma Petty non si trovava a suo agio come solista, e chiese alla Shelter di avere un proprio gruppo, per il quale chiamò di nuovo Campbell alla chitarra solista e Tench alle tastiere a cui si aggiunsero come sezione solista altri due musicisti di Gainesville, Rob Blair al basso e Stan Lynch alla batteria. Il nome fu provvisoriamente Tom Petty & the King Bees, fino a che il manager non suggerì l’irresistibile The Heartbreakers. La band, ancora sconosciuta, comprendeva tre dei migliori strumentisti d’America, sotto forma di Stan Lynch alla batteria - un batterista eccellente, capace di sostenere senza alcun esibizionismo un ritmo come solo i più grandi, come Charlie Watts per gli Stones; Benmont Tench - il più completo tastierista rock a stelle e strisce; Mike Campbell - un chitarrista solista classico e preciso.
  Il disco d’esordio fu prodotto da Cordell e registrato a Hollywood. Un suono rock asciutto ed essenziale, in netto contrasto con quello tutto lustrini dei gruppi hard rock e rock & roll di quegli anni, anticipava il recupero del classic rock delle band della new wave che stavano venendo fuori soprattutto nel Regno Unito. Gli Heartbreakers si ispiravano ai gruppi inglesi della British Invasion degli anni sessanta, ma soprattutto ai loro discepoli americani, primi fra tutti i Byrds. Cinque canzoni di tre minuti (o anche meno) per lato per una secca mezz’ora, l’omonimo Tom Petty & The Heartbreakers era fresco ed eccitante come i dischi beat.
Si apre con i due minuti e mezzo di Rockin' Around (With You), un rock’n’roll picchiato che si sembra volare sui tamburi di Lynch, sostenuto dai bei cori di Blair e Tench. Breakdown è un hit formidabile, su un ritmo ipnotico rinforzato dai tasti del piano elettrico e un liquido organo e abbellito dall’assolo della Gibson. Anything That's Rock 'n' Roll è un altro rock bello carico, mentre sulla seconda facciata compaiono elementi psichedelici in Mistery Man e Luna, mentre Hometown Blues e Fooled Again è uno di quei tipici brani spigolosi e recitati, su un ritmo spezzato, che sarebbero diventati tipici di Petty in album come Damn The Torpedoes.
Il disco si chiude sulle note del jingle jangle di American Girl, una grande canzone su un ritmo urgente così ispirato ai Byrds che quando Roger McGuinn la ascoltò alla radio ci mise un po’ a realizzarsi che non si trattava della sua band. In ogni caso volle registrarne una cover sull’album Thunderbyrd.
“Era una ragazza americana, cresciuta sulle promesse, non poteva fare a meno di pensare che ci fosse un po’ più di vita da qualche altra parte, dopo tutto era un gran mondo con un sacco di posti per correre, e se dovesse morire provandoci aveva una piccola promessa da mantenere…” 

Il disco mosse l’interesse del pubblico e della stampa rock inglese, in cui si alzava il vento della nuova onda, tanto che la Shelter finanziò un tour inglese ed auropeo, con tanto di apparizioni televisive a Top Of The Pops, apparizioni in festival in Galles e in Germania al Rockpalast, dove registrarono la loro suite psichedelica Dog On The Run. Vedere i giovanissimi Heartbreakers suonare Anything That's Rock 'n' Roll a Top Of The Pops ricorda gruppi glam come gli Slades, ma è anche esaltante come i futuro gruppi new wave. In Inghilterra gli Heartbreakers cominciarono ad annusare il profumo del successo, che scoprirono ancora non li aveva raggiunti al ritorno in patria. Ma sull’onda della fama inglese i singoli finirono per entrare in classifica anche negli USA, dove alla fine il long playing fu certificato disco d’oro.  Al fascino di Tom Petty & The Heartbreakers era impossibile resistere.

discografia 

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