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Tom Wolfe: il mondo non è come lo descrive lui, per fortuna

Creato il 08 novembre 2013 da Lepiumedoca @lepiumedoca

Cara Virginia, eccomi di nuovo a parlarti di un libro. Il vizio non si può perdere, giusto?

Ho da poco finito di leggere “Le ragioni del sangue” di Tom Wolfe. Tom Wolfe a me fa questo effetto: che nessuno dei suoi personaggi mi piace o mi piacerebbe incontrarlo, anzi, me ne terrei volentieri alla larga. La sua rappresentazione del mondo è sempre esasperata. Anche ben esasperata, e ogni volta prende di mira una città, dei gruppi etnici oppure socioeconomici, e no, di sconti non ne fa a nessuno.

Tom Wolfe: dandy in bianco per una volta senza cappello

Tom Wolfe: dandy in bianco per una volta senza cappello

Quest’ultimo libro è ambientato a Miami, tra cubani, russi e afroamericani. Non ti fa neanche venire voglia di andare a Miami. Ma ti tiene attaccato alla storia. L’ho cominciato e fino a che non ho finito le 500 e passa pagine non mi sono fermata. Ma l’ho chiuso con un certo sollievo. Non per la fine della storia, ché anzi restano alcuni personaggi di cui si vorrebbe sapere di più o che si vorrebbe seguire ancora nelle loro vicende. Ma perché il lato meschino, debole e oscuro dei personaggi è sempre così in evidenza, così esasperato che si vuole una tregua.

la copertina del libro di Tom Wolfe, Mondadori

la copertina del libro di Tom Wolfe, Mondadori

Anche perché per fortuna, mia e di tutto il genere umano, i lati meschini e oscuri che pure tutti abbiamo, il più delle volte sono sfumati, temperati o stemperati in tutto quello che di buono tutti (tutti?) abbiamo.

Yours, always reading Antonia



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