Magazine Diario personale

Tomàs Segovia"dimmi donna"

Da Silvy56

Dimmi donna dove nascondi il tuo mistero, donna acqua pesante volume trasparente, più segreta quanto più ti spogli; quale è la forza del tuo splendore inerme, la tua abbagliante armatura di bellezza, dimmi non posso più con tante armi, donna seduta, sdraiata, abbandonata; insegnami il riposo il sonno e l'oblio, insegnami la lentezza del tempo, donna tu che convivi con la tua carne ignominiosa, come accanto ad un animale buono e calmo, donna nuda di fronte all'uomo armato, togli dalla mia testa questo casco d'ira, calmami, guariscimi, stendimi sulla fresca terra, toglimi questi vestiti di febbre che mi asfissiano, sommergimi, indeboliscimi, avvelena il mio pigro sangue, donna roccia della tribù sbandata, discingimi queste maglie e cinture di rigidezza e paura con cui mi atterrisco, e ti atterrisco e ci separo, donna oscura e umida pantano edenico , voglio la tua larga, fragrante, robusta sapienza, voglio tornare alla terra e ai suoi succhi nutritivi che corrono sul tuo ventre e i tuoi seni e irrigano la tua carne; voglio recuperare il peso e la completezza, voglio che tu m'inumidisca, m'ammolli, m'effemini per capire la femminilità, la morbidezza umida del mondo voglio appoggiata la fronte nel tuo grembo materno, tradire il ferreo esercito degli uomini; donna complice,unica terribile sorella, dammi la mano, torniamo ad inventare il mondo noi due soli. Voglio non distaccare mai gli occhi da te, donna statua fatta di frutta, colomba cresciuta, lasciami sempre vedere la tua misteriosa presenza, il tuo sguardo di ala e seta e lago nero, il tuo corpo tenebroso e raggiante, plasmato di slancio senza incertezze, il tuo corpo infinitamente più tuo che per me quello mio, e che dai di slancio senza incertezze senza tenerti niente; il tuo corpo pieno e uno illuminato tutto di generosità. Donna mendicante, prodiga, porto del pazzo Ulisse, non permettere che io dimentichi mai la tua voce di uccello melodioso, la parola calamitata che nel tuo intimo pronunci sempre nuda, la parola sempre giusta di folgorante ignoranza la selvaggia purezza del tuo amore insensato, delirante, senza freno abbrutito, il gemito nettissimo della tenerezza, lo sguardo pensieroso della prostituzione, la cruda, chiara verità dell'amore che assorbe e divora e si alimenta, l'invisibile zampata della divinazione, l'accettazione, la comprensione ,la sapienza senza strade, la spugnosa maternità, terreno di radici. Donna casa del doloroso vagabondo, dammi da mordere la frutta della vita, la stabile frutta di luce del tuo corpo abitato, lasciami reclinare la mia fronte funesta, sul tuo grave grembo di paradiso boscoso, spogliami, acquietami, guariscimi di questa colpa acre di non essere sempre armato ma soltanto io stesso.-----Guido Reni,painting

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