- Anno: 2015
- Durata: 130'
- Distribuzione: Walt Disney
- Genere: Fantascienza
- Nazionalita: USA
- Regia: Brad Bird
- Data di uscita: 21-May-2015
Sinossi: L’adolescente Casey Newton viene reclutata dall’automa Athena per una missione segreta, strettamente connessa alla fantascientifica città di Tomorrowland. Ad aiutarle c’è pure il geniale inventore Frank Walter, che decenni prima era stato bandito dalla metropoli del futuro per una sua pericolosa creazione.
Recensione: Brad Bird con il suo Tomorrowland – Il mondo di domani ci propone un piatto paragonabile a un soufflé al cioccolato che collassa e si sgonfia proprio sul più bello, lasciando che l’acquolina dei commensali svapori all’istante. L’idra multiteste Disney ha sbagliato a inchinarsi davanti al regista già premio Oscar per Gli Incredibili e Ratatouille, perché la granitica convinzione che l’opera fantascientifica costata circa 200 milioni di dollari potesse aggiudicarsi il titolo di capolavoro si è rivelata, invece, un gioco d’azzardo mal riuscito.
In Tomorrowland il mondo del futuro e quello del presente convivono a correnti alternate. Ma, dietro la macchina da presa non c’è il Maestro Steven Spielberg. Ne deriva un’unica terribile conseguenza: il gioco funziona soltanto quando la realtà di tutti i giorni infila l’angolo, sparendo così dietro il delirio di onnipotenza rappresentato dalla città del domani. Quando sullo schermo prende vita l’incantato regno di Tomorrowland, il pubblico assiste alla cronaca di un vero e proprio carnevale visivo, degno di un magico spettacolo. Per un attimo, sembra quasi di compiere un viaggio nel passato e rivivere un’esperienza simile a quella provata da Eddie Valiant in Chi ha incastrato Roger Rabbit, quando il detective privato fu catapultato nell’irresistibile spazio bidimensionale di Cartoonia. Che sfida sarebbe trovare qualcuno che non vorrebbe provare sulla propria pelle l’emozione di imbattersi nella prodigiosa spilletta e prender parte a quel frizzante delirio hi-tech! Molti lo ignorano, ma Tomorrowland in principio era un’attrazione inventata nel lontano 1955 da Walt Disney per il suo parco di divertimenti.
Bird ha sbagliato a dare ascolto ai consigli di Baloo e Mowgli, secondo i quali “Ti bastan poche briciole, lo stretto indispensabile e i tuoi malanni puoi dimenticar”. Qui lo stretto indispensabile scenico non può fungere da soluzione per l’approssimazione registica. Valutare i danni arrecati dallo sceneggiatore Damon Lindelof (autore dello script della serie tv Lost) in coppia con lo stesso Bird è un’operazione per cui è sufficiente tenere anche solo un occhio – e un orecchio – aperti. Innanzitutto, quello che si potrebbe definire il “layout” mentale di Casey risulta un po’ ostico: chi potrebbe davvero immedesimarsi con una bionda sedicenne saccente e perfettina, in grado di buggerare addirittura la Nasa con un drone costruito in casa? Sarebbe stato poi il caso di accantonare in un angolo l’immensa mole di battibecchi tra Britt Robertson e George Clooney, che ubriacano d’inutili ciance lo spettatore già nell’irritante prologo. Degna di menzione la presenza dell’ex Dr. House Hugh Laurie nel ruolo dell’impassibile scienziato antagonista.
Tuttavia, la principale disgrazia del quarto lungometraggio diretto da Bird è l’incapacità di gestire bene i nodi della trama. Dapprima la storia appare troppo farraginosa, in seguito si assiste a un’esile spiegazione in pochi punti chiave, terminando nel finale con un abnorme lezione di morale sull’ottimismo e i danni che l’uomo arreca al suo pianeta. Se il futuro è in ascolto, speriamo che non sia davvero così.
Maria Cristina Caponi