TONARA, FONNI E ORGOSOLO… LA BARBAGIA SARDA di Dolcipensieri

Da Dolcipensieri

Quest’anno la rete internet in Sardegna aveva seri problemi tanto che ho chiamato il 119 per sapere come mai il segnale andava e veniva, fatto sta che non sono riuscita a pubblicare tutto in diretta e nemmeno potevo passare da tutti voi per commenti e per vedere tutte le vostre bontà e i vostri viaggi e vacanze. Ora sono rotiornata, spero di riprendere tutto e mi scuso di tanta latitanza. Oggi vi racconto il tour della Barbagia sarda… è sempre stata considerata la zona calda della Sardegna, dove negli anni scorsi, sono avvenuti i sequestri più toccanti della cronaca nera italiana. Ora invece è divenuta una delle zone più ammirate dai turisti dell’isola sarda. Uscendo da Ortueri salendo fino a più di 9oo metri sopra il livello del mare, non sembra più di essere nella macchia mediterranea classica della costa sarda. Il mirto e il rosmarino danno spazio a pini e la macchia diventa un sottobosco fresco e meta di animali di montagna. Il primo paese che s’incontra è TONARA, paesino famoso per la produzione del torrone arroccato sui monti del Gennargentu. Non può mancare la mia tappa per l’acquisto di qualche pacco di torrone: fra i vari presenti quello che preferiamo in assoluto è del torronificio di PRUNEDDU dal 1963, che nel suo laboratorio, produce torroni con miele sardo di vari gusti con diversi tipi di frutta secca quali mandorle, noci e nocciole. Va gustato freddo per esaltare il sapore del miele sardo e della frutta secca. Non mancano anche quelli aromatizzati al mirto. Nel negozietto rustico e molto semplice, è possibile acquistare anche il miele e libri della cultura sarda. Veniamo accolti con la classica semplicità dei sardi, silenziosi e riverenti, prontissimi a descrivere i loro prodotti. All’entrata del paese il cartello indica Tonara quale paese del torrone e dei campanacci con un museo dedicato al dolce famoso anche a livelo mondiale.

Pruneddu Salvatore & C. s.n.c.

via Ing. Porru, 5 Tonara – Nuoro

http://www.pruneddu.it/

Proseguire sulla strada è semplice: dopo vari tornanti arriviamo a FONNI che significa “dio delle fonti” (infatti il paese conta numerose fontane sorgive); ci cattura questo paesotto di circa 5.000 abitanti decorato ovunque da murales che attirano turisti con macchina fotografica in ogni angolo del paese, paese che ci fa intuire quanto sia ricco di storia. I Murales vengono vissuti come parte culturale del paese capace di coglierne l’anima, rispettando le architetture, la religiosità, gli usi e i costumi. I murales hanno forti radici nel passato, arredano e anunciano storie di una popolazione orgogliosa delle proprie origini.

I murales “storici” e più conosciuti e ammirati a Fonni sono: i due anziani appoggiati sulla ringhiera del balcone – che non c’è - a godersi il panorama che se visto da lontano sembrano veramente presenti e vivi. “Sas Parillias”  ovvero le dimostrazioni acrobatiche con i cavalli in corsa e i cavalieri vestiti col tradizionale costume: i cavalieri si esibiscono con destrezza, dando prova di abilita’ e coraggio e creando la figura spettacolare, quella che fa venire i brividi e strappa gli applausi.

Ecco altri murales che hanno richiamato la nostra attenzione: la vecchina sull’uscio di casa e gli anziani seduti “in sa muredda” a farsi quattro chiacchere o i tre cavalli bardati a festa che a prima vista sembrano proprio veri, oppure il gigante sardo imponente e severo a guardia del museo e le processioni coloratissime e suggestive. E poi ancora il murales, dedicato ai defunti, ha come titolo “Sas animas de su pruhadoriu”. Le strofe riportate nel murales sono quelle de “Sos Coccios de sas Animas”, preghiera dialettale in versi che si canta durante il novenario dei defunti. Fonni è il paese più alto della Sardegna, colorato, pulito e ordinato, adagiato sulle pendici settentrionali del Gennargentu a 1000 metri sul livello del mare. Anche in questo paese, la tappa gastronomica è un dovere: famosi sono i savoiardi di Fonni che personalmente adoro. Morbidi, dolci sono biscotti più lunghi rispetto ai classici savoiardi, buonissimi dal colore leggermente dorato. Fragranti sono composti con ingredienti semplici quali uova, farina e zucchero. La loro preparazione risale ad una tradizione centenaria. Prima di trovare una pasticceria per il loro acquisto, abbiamo girovagato per il paese composto da vecchie e strette stradine: deve essere meraviglioso in inverno completamente innevato; infatti in questa parte di Sardegna si possono praticare sport di montagna essendo paesi ad alta altitudine, il clima qui non è per niente mediterraneo e durante i mesi invernali impianti di risalita possono permettere delle sciate. Tra Fonni e Orgosolo, ci siamo fermati in agriturismo “Ai Monti del Gernargentu” per un pranzo: bellissimo ambiente completamente immerso nei prati della Sardegna, fiori colorari ovunque, barbecue in sasso in giardino per la cottura del maialino,molto ampio con la sala pranzo del soffitto alto con quadri appensi un po’ ovunque alle pareti. Il servizio molto ligio, ambiente pulito, menù classico di agriturismo sardo.

Il menù prevede i classici piatti di tradizione sarda: piatto di salumi nostrani, varie focaccine ripiene con verdure di stagione, cipolle e peperoni in agrodolce e frittatine vegetariane, torte salate e polpettine.

E poi maloreddus con pecorino, guanciale e un pizzico di zafferano, ravioli di magro e il maialino sardo con patate al rosmarino. Per finire frutta, seadas e caffè, vino e acqua tutto a 35 euro. Agriturismo perfetto in ottimo clima sardo, pulito, ampio e immerso nella natura, personale ligio.

Arrivati ad Orgosolo , il paese sardo famoso per la grande abbondanza di murales, la maggior parte a sfondo politico, che abbelliscono i muri delle case illustrando le problematiche vecchie e nuove, le storie dei suoi abitanti soprattutto pastori e agricoltori. Al momento si contano più di 150 murales che ormai fanno parte integrante dell’immagine del paese. Ma Orgosolo fu soprattutto famoso negli anni ’60 e ’70 dove fu protagonista dell’anonima sequestri.

Con questo post ringrazio Lory per i premi di cui mi ha fatto dono:



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