Tonni a Il Grillotalpa: “Ci hanno voluto far fuori”. E Viadana presenta ricorso contro l’esclusione dal Pro12

Creato il 30 maggio 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

“Di errori ne abbiamo fatti, certo. Ne ho fatti personalmente, non mi tiro certo indietro. Però diciamo che eravamo in compagnia di chi oggi passa come un salvatore”. Franco Tonni  degli Aironi era il direttore sportivo e in questa intervista rilasciata a Il Grillotalpa si sbottona e dice la sua: “Quando sono iniziati i veri problemi? No, non quando MPS se ne va, come pensano in molti. Le cose sono iniziate a crollare quando il presidente Melegari è andato a chiedere aiuto alla FIR. Se fossimo rimasti zitti fino a maggio oggi le cose sarebbero molto diverse. Avrebbero magari sbuffato, ma tutto sarebbe andato a posto. Il debito vero lo stanno creando ora. Hanno voluto ammazzare gli Aironi”.
L’impressione che ho avuto, almeno da un certo punto in poi, è che si sia deciso di pilotare la crisi verso questo sbocco.
“E’ la verità. Avevamo dei problemi, sì, ma nulla di insormontabile. Leggo certe cifre sui nostri debiti  che sono fantasiose. E poi debiti, bisogna chiarirsi: se un socio decide autonomamente di andarsene quello non è un debito, non avevamo l’obbligo di ridare le quote versate. Se poi uno lo vuole definire debito, allora è un’altra storia”.
Capitolo stipendi, si mormora che siano stati pagati fino a marzo…
“Certo, ci hanno buttato fuori il 6 di aprile. E’ chiaro che aprile, maggio e giugno non sono stati pagati, ma lo saranno. Noi abbiamo fatto un accordo con i giocatori che in caso di difficoltà economiche gli ultimi stipendi sarebbero stati pagati spalmandoli su più mesi, mi pare fino al 15 ottobre o 15 novembre, ora non ricordo. Tanto è vero che nessuno si è rivolto alla federazione per lamentare il mancato pagamento. L’accordo l’abbiamo fatto con la GIRA e l’avvocato D’Amelio era molto soddisfatto”.
Parliamo dei rapporti con la FIR e della famosa fideiussione
“Parliamone. Il controllo sulla fideiussione chi l’ha fatto? La FIR prima e la Deloitte per conto del board celtico poi. La fideiussione era a regola ed escutibile. Certo il presidente Melegari non ne ha fatto un casus belli, ma quello è un altro discorso…
La FIR, che dire. In fretta e furia ci hanno buttato fuori e in fretta e furia ci voleva riportare dentro. Credo che ci si poca serenità e lungimiranza, ma vorrei che una cosa fosse chiara: tutta questa vicenda non è imputabile, almeno inizialmente, nella volontà di Dondi. Sono persone a lui molto vicine, vicinissime, che hanno spinto per questo tipo di soluzione, è stata una forzatura di alcune persone. Non dico altro”.
Una delle accuse che vi vengono rivolte è di aver accettato contratti troppo onerosi per giocatori non più di primo pelo
“Chi ci critica dovrebbe avere la possibilità di leggere il capitolato. Si, abbiamo agito con troppo zelo. Io ho agito con una dedizione fuoriluogo, seguendo però delle precise indicazioni  da parte della FIR e di Dondi. Per entrare in Celtic League il board ha fatto delle richieste alla federazione, che ha girato alle realtà che sarebbero poi state coinvolte. Il primo giocatore che abbiamo messo praticamente sotto contratto, un preaccordo più che altro, è stato Marco Bortolami. Sai quando è successo? Novembre 2009, prima di Italia-All Blacks, molto prima che l’ingresso dell’Italia tra i celti venisse ufficializzato. E chi ci chiedeva di fare di tutto per riportare al di qua delle Alpi il maggior numero possibile di giocatori? La federazione, perché sapevano che questo avrebbe facilitato il via libera del board internazionale. E’ stato un concorso di colpe. Ma certe cose devo dirle: prendete la mia storia professionale e non troverete mai un contratto triennale. Mai. Io non li facevo, ma qualcuno me lo ha chiesto. Il primo anno ho buttato giù un sacco di rospi: chiedevo ai miei referenti federali se erano davvero sicuri di quello che facevano e loro mi dicevano di sì. Salvo poi lamentarsi un anno dopo.  Come nel caso di Sole e Robertson, che sono due ragazzi a cui voglio un sacco di bene, intendiamoci. E poi…”
E poi?
“C’è stato il caso Gower. Aveva un sacco di problemi alle ginocchia ma volevano che lo prendessi. Un contratto da 240mila euro. Io ho detto di no, ne avevo abbastanza e quella roba lì non l’avrei fatta. E Gower non arrivò”.
Dopo Bortolami a chi toccò?
“A Carlos Nieto. Era primavera e trovai l’accordo con lui e con i Saracens, ma all’ultimo non se ne fece nulla perché a Londra avevano avuto una serie di infortuni e Nieto aveva ancora un anno di contratto con loro. Si scusarono ma il giocatore doveva rimanere in Inghilterra. Capita. Allora ho preso Aguero e Perugini. O forse prima Totò, non ricordo…
Comunque tutti i contratti più onerosi sono stati formalizzati dalla FIR, a sbagliare eravamo in due. Io parlavo con gli agenti dei giocatori assieme a Checchinato in rappresentanza della FIR. Se non avessero voluto farli quei contratti lo avrebbero detto. O no?”
Si parla di un contratto molto oneroso per Tyson Keats
“Ho letto. Due cose da dire: stiamo parlando di uno che comunque aveva giocato con Crusaders e Hurricanes. E le cifre circolate (180mila euro lordi) riguardavano i due anni di contratto, non uno. Non pochi soldi, lo so, ma un buon mediano di mischia quanto credete che costi?”.
Farete l’Eccellenza?
“Non credo, non c’è una grande volontà, anzi… Nella vita si vince e si perde, ma quando ti accorgi che c’è un disegno per farti fuori… Deciderà il presidente, ma siamo molto arrabbiati, molto”.
In conclusione…
“Ce l’avremmo fatta. Avremmo dovuto stringere la cinghia, risistemare il piano economico, avremmo ridotto il nostro budget, ma lo avremmo portato al punto in cui io volevo portarlo sin dal primo anno. Sarebbe stato un budget ridotto, molto semplice e lineare, ma totalmente coperto. Non hanno voluto, non ce lo hanno fatto fare”.

Questa la mia chiacchierata con Franco Tonni. Tutto qua? No, perché da Viadana arrivano rumors di un ricorso presentato alla FIR per impugnare l’esclusione dal torneo celtico. Il ricorso sarebbe stato inviato sabato. Nulla di ufficiale, ancora. Probabilmente è arrivato sui tavoli della federazione già ieri. Estate calda, caldissima…


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