La situazione è critica: senza azioni urgenti il tonno rosso rischia di scomparire dai nostri mari. Il tonno rosso del Mediterraneo è sempre più vicino all’estinzione come tutte le specie della famiglia Scombridae: sgombri, pesci spada, marlin e aguglie. Secondo una ricerca,dell’ Unione internazionale per la conservazione della natura, delle 61 varietà appartenenti alla famiglia, ben sette sono minacciate di estinzione. La varietà più a rischio è il tonno rosso, molto richiesto per la preparazione del sushi.
Le nuove tecniche di pesca intensiva hanno infranto un secolare equilibrio, difatti come ben sappiamo il nostro mare è minacciato dalla presenza dell’alga killer, come pure dall’avvicinarsi nelle nostre coste dello squalo, ma una delle maggiori cause dell’estinzione del tonno rosso va ricercata nell’alto valore commerciale e nel florido mercato internazionale di queste specie ittiche. Dalle cronache si apprende troppo spesso di operazioni di contrasto alla pesca illegale del tonno rosso, attuate dalle Capitanerie di Porto che sequestrano quintali di questo pesce, pescato illegalmente, con il sistema dei ‘palangari’ o con reti ’ferrettare’, non conformi alle norme normative comunitarie, o addirittura, comunità di pesca non espressamente autorizzate.
Visto il giro d’affari che ruota intorno a queste specie ittiche, non è certo facile introdurre un sistema di regolamentazione che limiti o addirittura vieti il prelievo dei pesci a rischio. E’ dell’anno scorso il fallito tentativo di inserire il tonno rosso nella Cites (Convenzione internazionale per tutelare le specie in via di estinzione). Molto spesso si aggira il problema delle quote sul prelievo del tonno rosso e viene fornita la possibilità di pescare discretamente il tonno, anche a chi non è autorizzato.
I pescatori, infatti, utilizzano il palangaro,un attrezzo che consente la cattura del tonno e non solo e che può essere utilizzato anche da pescatori del pesce spada, ovvero anche da chi non è autorizzato ufficialmente al prelievo del tonno.E’ necessario che anche gli altri paesi del Mediterraneo fermino immediatamente le loro attività.
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