Per parlare di questa, a mio avviso, bellissima colonna sonora del maestro Gianni Ferrio è necessario dire due parole sulla trama del film diretto da Duccio Tessari. Il protagonista Tony Arzenta (Alain Delon) vive con l’amata moglie e l’adorato figlio ma fa il killer per la malavita. Decide di abbandonare quel lavoro per dedicarsi unicamente alla famiglia, ma conosce troppe cose e la mafia, che non permette ai suoi uomini di uscire dal giro, decide di farlo fuori. Ma per errore a morire sono la moglie e il figlio di Tony che vivrà quindi col ricordo della famiglia persa e la voglia di vendetta.
Il film si apre curiosamente con il brano L’appuntamento cantato da Ornella Vanoni, versione italiana di Sentado à beira do caminho dai cantautori brasiliani Roberto ed Erasmo Carlos (non sono parenti) su testi italiani di Bruno Lauzi. La canzone ovviamente è preesistente al film essendo stata incisa dalla Vanoni nel 1970, ben tre anni prima.
Le musiche composte da Ferrio per Tony Arzenta hanno due temi conduttori. Un giorno in più è un brano romantico malinconico che accompagna le sequenze di Tony Arzenta con la famiglia o quando è immerso nei ricordi. La versione principale è per armonica e orchestra, ma troviamo successivamente molte variazioni fra cui una per chitarra solista, per pianoforte o per orchestra.
Per le scene più di azione invece il tema portante è La gabbia un brano funkeggiante per orchestra dalla struttura non banale con un bel basso in evidenza. Anche questo ha alcune variazioni come La gabbia – arrivo in città e La gabbia – sequenza versione più lunga con un finale psichedelico avanguardistico. Invece il brano La gabbia (alt.) è un brano jazzistico di tensione e attesa eseguito da percussioni e vibrafono che non segue la melodia del brano portante. Da notare la scelta di non inserire nessuna musica durante i due inseguimenti in macchina, solitamente caratterizzati con brani incessanti. Tessari invece decide di lasciare spazio al rombo dei motori.
Altri brani importanti sono Labirinto che è il bel brano beat che si sente nella sequenza in discoteca e Quando mi dici così, scritto insieme ad Antonio Amurri, che è il brano jazz eseguito da un piccolo complesso che si sente durante il dialogo fra Arzenta e il dottore a Copenaghen. Entrambi questi brani sono caratterizzati dall’uso dell’organo hammond. Finale barocco è invece un brano per organo che troviamo in tre variazioni e che accompagna tutte le scene ambientate nella chiesa in particolare durante il matrimonio nel finale del film. Morning blues è una brano in forma canzone col tema eseguito dagli archi. Morning blues (alt.) è una vaga variazione del precedente per sole percussioni.
Oltre alla musica di Gianni Ferrio, a metà film, dalla radio di Arzenta sentiamo alcuni brani di repertorio: Vorrei che fosse amore di Amurri–Canfora cantata da Mina, la celebre Blue moon di Richard Rodgers e Lorenz Hart, nella versione originale strumentale, e la Serenata in Sol Maggiore K525 di Mozart eseguita dall’Orchestra da camera di Padova diretta da Claudio Scimone. Ovviamente tutta questa musica diegetica non è presente nel disco. Disco che uscì nel 1973 per l’etichetta Ariete (codice ARLP 2013) contenente 14 tracce senza il brano della Vanoni. Brano che invece è stato incluso nella ristampa del 1999, uscita sia in cd che vinile, contenente in tutto 21 tracce. Per i collezionisti, il disco originale che ha una copertina bianca con un bel disegno raffigurante Alain Delon e Carla Gravina in una scena del film, si aggira sui 120€. La ristampa della Easy Tempo ha una copertina arancione diversa con Tony Arzenta con la pistola in pugno.
Fabio Meini
caniarrabbiati.it